Nel Pd pugliese monta il malcontento
tra iscritti e big del partito: la compilazione delle liste per
le prossime elezioni sembra essere stata una delusione per
molti. Se la presidente del Consiglio regionale, Loredana
Capone, solo al quarto posto nel plurinominale al Senato, "sta
riflettendo" se accettare o meno la candidatura, c'è chi chiede
di modificare le liste perché violerebbero "gli statuti
nazionali e regionali". A sollevare il polverone è il
consigliere regionale Fabiano Amati, presidente della
commissione Bilancio del Consiglio: "Le liste del Pd Puglia -
sostiene - non sono solo invotabili ma pure illegali. Violano
infatti una gran quantità di norme statutarie e in particolare
quelle sulla parità di genere e quelle sulla contendibilità
delle cariche". Amati, chiedendo la modifica delle liste,
domanda dove siano "le varie Commissioni di garanzia, le
organizzazioni femminili del partito e le varie commissioni di
parità: hanno scelto di non disturbare il manovratore?". E poi,
aggiunge, "non era stato il segretario Letta a dire che vogliamo
un partito femminista? Non era stato il presidente Emiliano a
dire che la violazione della parità di genere ci rende
impresentabili?".
Critiche arrivano anche da Articolo Uno Puglia
sull'esclusione dei suoi candidati dalle liste, tra cui
l'epidemiologo Pierluigi Lopalco, ex assessore regionale alla
Sanità. Protesta anche il consigliere tarantino Michele
Mazzarano, ex assessore: "Dopo il 25 ci sarà il 26 settembre e
da quel giorno qualcuno dovrà render conto di scelte così gravi
tanto da ostacolare persino la partecipazione alla campagna
elettorale. Le liste del Pd - evidenzia - sono inguardabili".
Gli fa eco un altro consigliere regionale, Donato Metallo: "Le
liste del Partito democratico in Puglia - scrive su Facebook - e
soprattutto in Provincia di Lecce sono amarezza, delusione,
mortificazione di un partito, dei suoi militanti, dei compagni e
compagne. Nulla di democratico, ma candidati nominati dall'alto,
imposti".
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