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Migranti: Loizzo, non dimentichiamo Sacco e Vanzetti

Migranti: Loizzo, non dimentichiamo Sacco e Vanzetti

Consiglio Puglia ricorda i due italiani giustiziati in America

BARI, 11 dicembre 2017, 14:23

Redazione ANSA

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La memoria di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, giustiziati nel 1927 sulla sedia elettrica in America, è stata riabilitata nel 1977 e oggi, a novant'anni esatti dall'esecuzione, la loro storia va raccontata e tramandata per comprendere pienamente i valori dell'integrazione. E' quanto emerso oggi a Bari nel consiglio regionale della Puglia nel convegno su 'Processi migratori e immigratori nella storia dell'ultimo secolo tra accoglienza, pregiudizio, intolleranza e razzismo', tenutosi alla presenza, tra gli altri, di due nipoti di Sacco e Vanzetti. L'incontro, organizzato in collaborazione con la Fondazione Giorgio Amendola, è stato il secondo promosso dalle assemblee legislative di Puglia e Piemonte (il primo si è tenuto il 2 ottobre scorso nell'aula di Palazzo Lascaris), regioni d'origine del foggiano Sacco (Torremaggiore) e del cuneese Vanzetti (Villafalletto). "I due innocenti furono uccisi - ha sottolineato Prospero Cerabona, presidente della Fondazione Amendola - sulla base del pregiudizio suscitato dalla loro origine". "Furono - ha aggiunto il presidente del consiglio regionale pugliese - due martiri dell'intolleranza e dell'odio razziale". Di qui l'invito a riflettere rivolto ai ragazzi presenti in aula. Tra questi i rappresentanti del parlamentino dei giovani, gli alunni della media 'Padre Pio' di Torremaggiore e dell'istituto 'Grimaldi' di San Paolo di Civitate, che hanno aperto il convegno con l'inno nazionale e l'inno d'Europa, supportati dall'orchestra e coro 'Terre Federiciane' e dall'associazione culturale musicale 'Mozart'. Loizzo, nell'invitarli a "ricordare il calvario di milioni di italiani emigrati in terre lontane", ha sottolineato come oggi questo ricordo sia "un contenuto sovversivo della memoria che scatena reazioni infastidite di quanti preferiscono ignorare quelle sofferenze ed alimentare l'intolleranza". "Confrontarsi sul passato e sulla realtà odierna dei flussi migratori - ha concluso Loizzo - è importante soprattutto per i tanti giovani che guardano all'estero in cerca di opportunità di lavoro".
   
   

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