"Capisco il dolore e l'amarezza
del collega Alfredo Morvillo ma non condivido il suo pessimismo.
Non credo che il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino sia stato vano, ritengo invece che tutto sia
cominciato proprio da lì". Lo ha detto l'ex presidente del
Senato Pietro Grasso, che fu giudice a latere del maxiprocesso,
commentando le dichiarazioni rilasciate alla vigilia delle
manifestazioni per il trentennale della strage di Capaci,
dall'ex magistrato Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, la
moglie di Giovanni Falcone morta con lui nell'attentato. In
quell'occasione Morvillo, riferendosi alle imminenti elezioni
comunali a Palermo e all'endorsement nei confronti del candidato
del centrodestra Roberto Lagalla da parte di Cuffaro e
Dell'Utri, entrambi condannati per vicende di mafia, aveva
affermato: "Mi verrebbe da dire che il sacrificio di Giovanni,
Paolo e Francesca sia stato inutile".
Grasso, nel corso di un dibattito sul maxiprocesso che si è
svolto ieri sera a Favignana e al quale hanno partecipato anche
l'ex Pm Giuseppe Ayala e l'ex componente del pool dell'ufficio
istruzione Giuseppe Di Lello, ha invece sottolineato quello che
avvenne all'indomani delle stragi: "La ribellione della società
civile contro la mafia, i lenzuoli bianchi appesi ai balconi di
Palermo, una cosa mai vista prima, la risposta delle istituzioni
con i processi e gli arresti di tutti i boss latitanti con
l'unica eccezione di Matteo Messina Denaro".
"Noi dobbiamo dire - ha rimarcato Grasso - che quella mafia
lì non esiste più, è stata destrutturata, distrutta anche se
purtroppo non è finita. E dobbiamo dire ai ragazzi che la storia
continua e deve continuare attraverso loro. Sono loro che devono
proseguire avendo la consapevolezza che Falcone e Borsellino non
sono dei supereroi ma erano delle persone come noi. Per questo
dico che la loro morte non solo non è stata vana, ma è stata
l'inizio di una vera e proprio rivoluzione".
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