Al via i lavori per il recupero e
l'adeguamento della Chiesa del Collegio di Marsala, destinata ad
ospitare il Museo degli Arazzi. È stato stipulato, infatti,
dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Trapani il contratto
per l'avvio del cantiere.
"Con la consegna dei lavori di riqualificazione e adeguamento
della Chiesa del Collegio - dice l'assessore regionale dei Beni
Culturali e dell'Identità Siciliana, Alberto Samonà - si
definisce un importante percorso che mira a dare una
collocazione stabile e adeguata al prezioso patrimonio tessile
costituito dagli otto arazzi di Marsala e da alcuni paramenti
sacri del '500 appartenuti a Monsignor Lombardo. Il nuovo Museo
degli Arazzi consentirà, finalmente, una lettura unitaria del
racconto espresso nelle scene raffigurate dagli otto arazzi
fiamminghi di Marsala e di completare l'offerta culturale della
provincia di Trapani". Il progetto di restauro della Chiesa del
Collegio dei Gesuiti di Marsala, con la sua individuazione quale
Museo degli Arazzi, è stato finanziato con risorse del Po Fesr
Sicilia 2014-2020O e rientra tra le linee di intervento del
Patto per il Sud per la valorizzazione delle identità culturali
e delle risorse paesaggistico-ambientali con lo scopo di
salvaguardare e conservare il patrimonio regionale e
l'attrattività turistica dei luoghi.
Il nuovo Museo ospiterà gli arazzi imperiali di Bruxelles
che, sin dal 1589, appartengono al patrimonio della chiesa Madre
di Marsala alla quale furono lasciati per testamento da
Monsignor Antonino Lombardo, arcivescovo di Messina di origine
marsalese. La leggenda narra che durante una tempesta la Regina
d'Inghilterra Maria I Tudor, figlia di Enrico VIII, abbia
trovato riparo nel porto di Marsala e che lì sia stata ospitata
da Lombardo, uomo di fede e di cultura. Maria Tudor sposò
Filippo II e divenne regina di Spagna e di Sicilia. Il tentativo
di esimere la città lilibetana dal pagamento di pesanti
tassazioni imposte dal trono iberico vide impegnato il Vescovo
marsalese che riuscì nell'impresa e ricevette anche la nomina a
cappellano regio, ricevendo, prima del suo rientro in patria,
come compenso per i servigi prestati a corte, la collezione
degli otto arazzi.
I pregiati arazzi - le cui dimensioni sono di circa 350 cm di
larghezza per 500 cm di altezza - raccontano la guerra tra
Romani e Giudei del 66 d.C.. Nonostante il riferimento storico
sia ben preciso, le scene si prestano ad un'interpretazione di
tipo allegorico dal momento che gli episodi narrati non
rispettano la cultura ebraica e romana del tempo ma richiamano
costumi, riferimenti e oggetti che riconducono al periodo della
realizzazione dei manufatti (tardo '500) utilizzandoli come
metafora per accedere alla clemenza di Filippo II nei confronti
dei Calvinisti olandesi.
La nuova struttura, progettata dall'architetto Luigi Biondo,
sarà dotata dei necessari impianti di stabilizzazione della
temperatura e dell'umidità per evitare il deterioramento delle
fibre. Attualmente gli Arazzi, che sono oggetto di lavori di
restauro, si trovano a Palermo nell'Oratorio dei Bianchi.
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