Arrampicarsi sulle pareti
rocciose, praticare il climbing e, nello stesso tempo, diventare
spazzini nei luoghi più impervi del nostro patrimonio naturale.
L'impresa, che coniuga sport e rispetto dell'ambiente, è venuta
in mente a Matteo Della Bordella, 36 anni, alpinista di fama
mondiale e presidente dei "Ragni di Lecco" e all'amico Massimo
Faletti, 51 anni, che hanno deciso di pulire le falesie più
belle d'Italia. Da qualche giorno sono arrivati a San Vito Lo
Capo, dopo la prima tappa in Trentino e la seconda presso la
falesia di Sant'Andrea nella Gola di Buccheri, in provincia di
Siracusa.
Il progetto si chiama "Climb and Clean" (sostenuto dall'azienda
"Scarpa") e quest'anno ha avuto quest'appendice con due tappe
siciliane, di cui l'ultima nel Trapanese, in una falesia poco
conosciuta al grande pubblico, rispetto al mare e alla spiaggia
di San Vito Lo Capo. A far muovere lungo tutto lo Stivale i due
alpinisti è stata la loro sensibilità per il rispetto
dell'ambiente, innanzitutto. A San Vito Lo Capo hanno lavorato
tre giorni pieni sulle falesie a strapiombo sul mare. "Con
grande nostra sorpresa in giro abbiamo trovato pochi rifiuti -
spiega Matteo Della Bordella - però sulla costa abbiamo trovato
rifiuti di tutti i tipi trasportati dal mare".
Reti, corde, pezzi di vetroresina, bottiglie di plastica,
secchielli ma anche indumenti, scarpe, pezzi di lamiera. "Tutto
torna", commenta Massimo Faletti, facendo riferimento alla mano
dell'uomo che ha inquinato il mare. Le coste rocciose sanvitesi
poco praticate dai bagnanti sono diventate così deposito dei
rifiuti. L'impegno di Matteo e Massimo ha consentito di
ripulirle. "Abbiamo già differenziato tutto - spiega Matteo -
ora toccherà al Comune provvedere allo smaltimento".
Con la tappa di San Vito Lo Capo si è così conclusa la prima
tappa del progetto. "Lo riproporremo di nuovo il prossimo anno -
spiegano i due alpinisti che oggi rientreranno al Nord in treno
- l'impegno è quello di ridare alla natura ciò di cui noi
abbiamo sempre goduto e che, la stessa mano dell'uomo può
mettere seriamente a rischio", conclude Matteo Della Bordella.
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