(ANSA) - MONTEMONACO (ASCOLI PICENO), 24 GIU - "Ve la ricordate la favola dell'alchimista? Era partito da un sicomoro e sotto un sicomoro è tornato. Lì ha scoperto il suo tesoro". Lo chef Enrico Mazzaroni affida all'allegoria narrata in uno dei più apprezzati capolavori letterari di Paulo Coelho il senso del ritorno a casa sua, a Isola San Biagio di Montemonaco nell'Ascolano, nel suo ristorante, il Tiglio. Due anni fa il mare di Porto Recanati lo aveva accolto a braccia aperte dopo che, ad agosto e ottobre 2016, le ripetute scosse di terremoto avevano distrutto il suo ristorante gourmet e segnato la sua anima. Nel momento più duro della sua vita, all'orizzonte di Mazzaroni era apparso "Il Tiglio in vita", sul mare; il tuffo nell'Adriatico è stato rinfrancante per lo chef di montagna. Ora ritorna a Montemonaco per dare un contributo alla rinascita del territorio sui Sibillini. "Porto Recanati è un luogo che ho amato, con la sua spiaggia meravigliosa e il Conero. E' stata una bella e formativa esperienza e di questo ringrazierò per sempre chi mi ha accolto, Luigi Guazzoti. - tiene e dire Mazzaroni - Insieme abbiamo fatto un bel percorso e devo riconoscergli di aver capito quanto adesso sia importante per me tornare a casa, con tutto me stesso, per dare il mio contributo a far rinascere il territorio dei Sibillini; un compito che sento di dover svolgere". Lo chef ha lasciato Porto Recanati dove ha avuto un successo straordinario con le sue creazioni gourmet, sposando ingredienti e sapori di mare e monti. E' tempo di tornare fra le sue montagne, fra la sua gente, nel suo ristorante, il suo grande "amore" riaperto lo scorso San Valentino e affidato nel frattempo a uno dei suoi allievi. "Ho avuto sempre ben presente dove fosse il mio 'tesoro' - dice lo chef e sono di nuovo qua, a Isola San Biagio, al punto di partenza. Purtroppo i segni di quanto accaduto tre anni fa sono ancora forti, non è cambiato quasi nulla. Ma sono felice di essere nel mio Tiglio con lo chef Andrea Cingolani e la brigata. Veniteci a trovare, non solo per i miei piatti ma anche per conoscere il Piceno, i Sibillini e la sua splendida e irriducibile gente, il cui desiderio di accogliere chi arriva non è stato scalfito dal terremoto".(ANSA).