(ANSA) - ANCONA, 13 GIU - "Se oggi nelle Marche abbiamo ancora 204 sfollati che vivono negli alberghi o negli agriturismi è perché queste strutture sono state anche utilizzate, in qualche occasione, come una forma di assistenza sociale". All'ANSA lo dice David Piccinini, il capo della Protezione civile regionale, cercando di spiegare perché 44 mesi dopo i terremoti dell'ottobre 2016, circa 1.320 giorni fa, più di 200 persone vivono ancora completamente a carico della Prociv che, per ogni sfollato, ha pagato ogni mese 1.200 euro, così da garantirgli vitto e alloggio. Tutto questo avrà una scadenza, quella del 30 giugno prossimo, quando le 204 persone saranno costrette a cercarsi un alloggio alternativo o restare negli stessi alberghi, ma senza il sostegno totale della Protezione civile. "Se sono proprietari di abitazioni che attendono di restaurare - dice Piccinini -, avranno diritto al Cas, il contributo di autonoma sistemazione. Se invece prima del terremoto erano in affitto, avranno soltanto il diritto di percepire l'eventuale differenza tra quanto pagavano 4 anni fa e quello che andranno a spendere adesso in eccesso rispetto all'epoca". Qualcuno, come nel caso di una famiglia di 4 persone di Tolentino (Macerata), verrà sistemato nei container che ancora ospitano alcuni sfollati. "Resteranno nel container solo qualche mese, il tempo necessario per completare la ristrutturazione della loro casa", spiega il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi che sarà chiamato ad occuparsi di 78 dei 204 sfollati. "Spero che le strutture ricettive vadano incontro economicamente alle persone che hanno ospitato da 4 anni a questa parte", aggiunge lo stesso Pezzanesi. "La situazione sarà comunque monitorata da vicino - conclude Piccinini -. La Protezione civile sarà sempre vicino alla popolazione come ha fatto in questi anni, mettendo in campo uno sforzo enorme riuscendo a realizzare qualcosa di straordinario grazie alle sue donne e ai uomini che oltre alla professionalità mettono il cuore in tutto quello che fanno".