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Radicali 'processano' Stato

Tribunale Pannella, ritardi post sisma, ricorso Corte Europea

(ANSA) - CAMERINO (MACERATA), 22 LUG - I Radicali mettono sotto 'processo' lo Stato italiano per la gestione del post terremoto nel Centro Italia. Un processo simbolico che si celebra davanti al Tribunale delle Libertà Marco Pannella, in sono chiamati a rendere la loro testimonianza cittadini e associazioni, ma anche alcune delle più alte cariche dello Stato. Oggi a Camerino, uno dei luoghi simbolo del sisma, presso la tensostruttura City Park, che raccoglie gli esercizi commerciali della cittadina terremotata, gli avvocati Giuseppe Rossodivita e Carolina Farina hanno letto il capo di accusa. Lo stato viene 'tratto a giudizio' ad oltre 11 mesi dal sisma che ha colpito 131 Comuni del centro Italia, in particolare nelle Marche, nel Lazio in Abruzzo e in Umbria, per la mancata rimozione delle macerie che rendono i centri abitati ancora "inaccessibili"; per non avere garantito "alle popolazioni colpite idonei alloggi, pur reiteratamente promessi, nelle zone di residenza"; per non avere consentito "ai privati di far fronte autonomamente all'emergenza abitativa, con la previsione di norme, anche solo temporanee, in deroga alla ordinaria disciplina urbanistica, edilizia ed ambientale"; per non avere approntare "soluzioni immediate a sostegno delle attività di allevamento e dell'agricoltura". "Abbiamo raccolto materiale in tutti i modi possibili - spiega all'ANSA l'avvocato Rossodivita, segretario del Comitato Radicale per la giustizia 'Piero Calamandrei' -, andando sui luoghi e parlando con i cittadini, confrontandoci con le associazioni di categoria, acquisendo documenti normativi e notizie di stampa". Il quadro delineato dall'accusa è molto ampio: nel mirino, tra l'altro, "l'ipertrofia normativa con 3 decreti legge e 29 ordinanze del commissario straordinario Vasco Errani", il mancato accoglimento di emendamenti o deroghe per permettere ai cittadini di installare, almeno temporaneamente, casette provvisorie nei pressi delle case danneggiate, la scelta di procedure "totalmente inadatte a fronteggiare l'emergenza, volte tutelare astrattamente il controllo e la trasparenza a scapito dell'efficacia degli interventi". Alla lettura hanno assistito cittadini, rappresentanti dei comitati dei terremotati, big del Partito Radicale come Maurizio Turco, Rita Bernardini, Sergio D'Elia, Maria Antonietta Farina. La presidente del Tribunale delle Libertà Laura Arconti, storica militante radicale, 94enne, non ha partecipato ma ha inviato un messaggio. La fase dibattimentale si aprirà in autunno, davanti alla Corte presieduta dall'ex magistrato Carmelo Rinaudo: oltre ai terremotati, saranno chiamati a rendere la loro versione dei fatti anche il premier Paolo Gentiloni e il suo predecessore Matteo Renzi, i ministri Minniti e Alfano, ma anche il capo della Protezione Civile Curcio, Errani, i quattro presidenti delle Regioni colpite dal sisma. "Non sono imputati - precisa Rossodivita -, ma testimoni, se vengono sarà un segnale di disponibilità al confronto". All'esito del processo il materiale acquisito sarà utilizzato per preparare un ricorso collettivo alla Corte Europea dei Diritti dell'uomo, aperto alla sottoscrizione delle popolazioni terremotate. "Sarà la Corte Europea - conclude Rossodivita - a decidere se sono stati lesi diritti fondamentali".(ANSA).

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