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di Leonardo Nesti
ANSA MagazineaMag #41
Intercultura festeggia cento anni

Cambiare il mondo (e anche lo spazio)

Quando hanno cominciato, cento anni fa, volevano cambiare il mondo. Un obiettivo che è andato oltre le più rosee aspettative perché, a forza di far incontrare giovani di vari paesi del mondo, si sono conquistati anche lo spazio. Intercultura, che festeggia a Parma il centenario dell'American Field Service di cui è la sezione italiana, dal 1955 ha spedito in giro per il mondo decine di migliaia di ragazzi degli ultimi anni del liceo a studiare un anno all'estero. E forse non è un caso se, fra loro, ci sono Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, gli unici due astronauti italiani della storia.


Non che nel curriculum di un astronauta un'esperienza con Intercultura sia fondamentale. Però di certo aiuta: quando a 16 anni vieni spedito per un anno a studiare in un paese diverso, con una lingua diversa, con usanze diverse da quelle che hai sempre conosciuto, abituarsi all'assenza di gravità è meno complicato. Ma soprattutto diventa più facile anche lavorare con un team internazionale, con storie diverse, facce diverse e diversi modi di ragionare.


I ragazzi che ogni anno partono con Intercultura coronano quel sogno nato quasi cento anni fa quando un gruppo di studenti americani partì per l'Europa per soccorrere con le ambulanze i feriti sui campi di battaglia della prima guerra mondiale. L'Afs, una volta finiti i due conflitti mondiali che hanno insanguinato il Novecento, ha capito che doveva lavorare per la costruzione della pace per evitare il ripetersi di eventi così sanguinosi.


Ed ha deciso che la strada da percorrere era quella di far andare gli studenti in giro per il mondo, permettendo ai ragazzi che frequentano il liceo di studiare per un anno all'estero, prima negli Stati Uniti, poi in sessanta paesi nei cinque continenti.


Chi viene selezionato (ci sono anche delle borse di studio che aiutano chi non se lo può permettere) lascia per un anno la propria casa e la propria scuola e si trasferisce in un'altra famiglia ed in un'altra scuola. Qui non solo impara una lingua straniera, ma entra in contatto con una realtà che gli cambierà per sempre la vita.

Quando gli astronauti erano studenti

Incontri per cambiare il mondo

La storia di Luca Parmitano è particolarmente significativa. L'esperienza che ha fatto in California non solo è stata determinante nella sua formazione personale, ma anche influito nel suo percorso professionale.


"E' stata un'esperienza - racconta l'astronauta italiano - che ha fortemente contribuito a farmi diventare quello che sono oggi. E' proprio in America che si è accesa in me la passione per il volo. Il mio host-father (il padre del ragazzo che mi ha ospitato per un anno), infatti, era all'epoca un aviatore di F-18. I racconti delle sue missioni hanno risvegliato in me quel sogno di bambino. Così, una volta rientrato in Italia, mi sono iscritto al concorso in Aeronautica Militare nel 1995, vincendolo. L'ingresso nelle Forze armate mi ha poi dato la possibilità, nel 2007, di diventare prima pilota sperimentatore e, nel 2009, astronauta".


Ma non solo: "è lì che ho conosciuto Kathy, che poi sarebbe diventata mia moglie". E' anche per questi due motivi che Parmitano è ancora oggi molto legato alla grande famiglia di Intercultura. "Cento anni fa - dice - giovani americani andavano a soccorrere i feriti nei campi di battaglia della prima guerra mondiale. Così come quegli ambulanzieri curavano le ferite nei campi di battaglia, oggi Afs contribuisce alla pace nel mondo, la pace è la medicina che cura le ferite nel mondo e le bende che tengono strette il mondo sono i ragazzi che viaggiano".


Un percorso simile ha avuto l'altra astronauta italiana, Samantha Cristoforetti. "Sono stata selezionata per la missione nello spazio - ha detto - con altri cinque giovani europei. Cosa abbiamo in comune? Certo una grande passione per lo spazio, ma anche vissuto, studiato e lavorato in paesi diversi, consolidato quelle competenze interculturali che si fondano sull'idea che le abitudini si possono cambiare e che le certezze vacillano quando ci si confronta con una cultura diversa, ma se ne esce più ricchi". La Cristoforetti ha fatto il quarto anno di liceo negli Stati Uniti come exchange student e l''Agenzia Spaziale Europea, nel selezionare fra i migliaia di candidati i giovani astronauti, ha dato molta importanza all'internazionalità del curriculum. Non solo e non tanto per la conoscenza dell'inglese, ma anche per la capacità di essere duttili, aperti e pronti al confronto che si impara meglio quando si è più giovani.


Gli sguardi del viaggio

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I cento anni di Intercultura


Un'opportunità anche per chi ospita

Incontri per cambiare il mondo

Intercultura tuttavia, non è un'opportunità incredibile solo per i ragazzi che frequentano il liceo, ma anche per le famiglie che vogliono fare un'esperienza internazionale a casa propria. Migliaia sono infatti i volontari che ogni anno aprono la propria casa ad uno studente straniero. Fra loro c'è Gianni Morandi che per un anno ha ospitato in casa sua Chayakhon, un 16enne thailandese che ha frequentato un anno di liceo scientifico a Bologna. Il cantante ha raccontato la sua esperienza di ospite sul suo diario quotidiano che tiene sulla sua pagina Facebook.


L'idea di ospitare un giovane di un altro paese, nella filosofia di Intercultura, non significa solo conoscere una realtà diversa, ma anche educare i propri figli a convivere con stili di vita, mentalità, culture diverse, confrontarsi con qualcuno che ha abitudini differenti dalle proprie. Tanto che ci sono numerosi programmi di Intercultura (come ad esempio quelli semestrali e trimestrali) che prevedono lo scambio di ospitalità come parte integrante dell'attività formativa.


Per dare assistenza ai giovani, ma anche e soprattutto alle famiglie, c'è una rete di volontari che aiuta sia nelle procedure, sia nei piccoli e grandi problemi quotidiani che si possono incontrare quando si fa un'esperienza del genere. Intercultura ha un sito (www.intercultura.it) dove spiega come fare a partecipare alle sue attività, quali sono le destinazioni previste dagli scambi e come incontrare i volontari dell'associazione nella propria città.