Morte, stupri, violenza,
discriminazione, insulti, isolamento, assimilazione culturale,
sottrazione letterale della terra e di conseguenza dell'
identità. E' la cruda realtà con cui convivono le donne
impegnate nelle battaglie delle popolazioni indigene descritta
in un incontro all'Università Milano-Bicocca, nell'ambito del
Festival dei diritti umani e delle iniziativa per il ventennale
dell'ateneo. Un pugno nello stomaco che riguarda anche realtà
occidentali più sviluppate - come il popolo Sami, cioè i lapponi
in Scandinavia dove i problemi però sono più culturali e
identitari - e invece Paesi come le Filippine e il Brasile, dove
nelle denunce di oggi, la vita fisica di molti popoli e gruppi è
in concreto e immediato pericolo. Tutte le relatrici hanno
sottolineato l'importanza fondamentale della terra come 'madre'
e della assoluta necessità della sua restituzione. Sotto accusa
politiche di sviluppo-business e distruzione ambientale. L'
incontro è stato coordinato dalla docente Marina Calloni.
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