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Piazza Fontana, le altre bombe del 12 dicembre e il discorso sulla pace del Papa

Gli avvenimenti più importanti di quella storica giornata oltre alla Strage di Stato

Il 12 dicembre 1969, alle 16.37 esplose una bomba nella Banca dell'Agricoltura a Piazza Fontana, a Milano, che provocò la morte di 17 persone e il ferimento di oltre 80. Con questa strage, che venne subito definita  "di Stato", cominciarono gli anni di piombo e si inaugurò la "strategia della tensione".

Ma in quelle stesse ore accaddero anche altri fatti significativi che è utile conoscere per avere un quadro di insieme più definito:

STATUTO DEI LAVORATORI: Nella serata dell'11 dicembre il disegno di legge del governo che introduce in Italia lo Statuto dei Lavoratori viene approvato in prima lettura al Senato. Votano a favore i partiti di centro-sinistra e i liberali. Si astengono, con opposte motivazioni, Msi da una parte, Pci, Psiup e Sinistra Indipendente dall’altra. Non si erano riuscite, infatti, ad eliminare dal testo norme che riguardavano, ad esempio, le ispezioni corporali previste nei confronti dei lavoratori e non era passata l'idea di approvare l'emendamento del Pci che riguardava la sottrazione delle ore di sciopero effettivamente fatte durante lo sciopero e non di una mezza o di un' intera giornata. Ma al disegno di legge nel suo complesso non ci fu nessun voto contrario.

IL DISCORSO DI PAOLO VI SULLA PACE: Come per un'assurda e stridente coincidenza, proprio quel giorno, il Papa pubblica il "Messaggio per la Giornata della pace". Paolo VI aveva detto: «La coscienza dell’umanità non tollera più violenza, sopraffazione, terrorismo». E ancora: «Noi insistiamo: la pace è la vita reale del quadro ideale del mondo umano». Su diversi giornali comparvero così, praticamente insieme, le parole di pace del Pontefice e l'"atto di guerra" di stampo fascista commesso a Piazza Fontana.

LE ALTRE BOMBE: Un’altra bomba viene trovata da un dipendente alla Banca Commerciale di piazza della Scala, sempre a Milano. Verrà fatta esplodere, solo molte ore più tardi, dagli artificieri cancellando così probabili importanti indizi. Altri ordigni scoppiano, invece, a Roma, nel pomeriggio: uno alle 16,45 in un corridoio nazionale della Banca Nazionale del Lavoro, e un altro, alle 17.16, su una terrazza dell'Altare della Patria.  Provocando in tutto 16 feriti. Anche per queste bombe, in un primo tempo, si segue la pista anarchica, ma poi  si legge, in vari libri che ricordano quei giorni, che «secondo i funzionari dell’ufficio politico, dietro gli attentati terroristici esiste un'organizzazione estremamente potente, che potrebbe avere diramazioni anche all’estero».

 

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