(ANSA) - VENEZIA, 26 OTT - Positivi al Covid-19 in calo nelle
ultime 24 nel Veneto, che si appresta ad applicare con molti
distinguo e qualche mal di pancia le disposizioni del Dpcm del
Governo. La scuola andrà in Dad al 75% ma il presidente della
Regione, Luca Zaia, sottolinea di essere stato costretto a
farlo, perchè aveva pronto un provvedimento che la limitava al
50%. "Avevo pronta un'ordinanza in cui c'era scritto il 50% di
didattica a distanza, ma oggi - ha detto - ne firmo una per la
chiusura al 75%. Non ho alternative, non ce l'ha nessuno dei
miei colleghi". "Il Dpcm - ha aggiunto - dice che ci devono
pensare le Regioni ma poi mette l'obbligo del 75%. Io lo trovo
assurdo".
Secondo i dati del bollettino regionale sono 1.129 i positivi
in più rispetto a ieri, per complessivi 45.466 infetti
dall'inizio dell'epidemia. Ci sono anche 3 vittime, che portano
il totale a quota 2.332 morti. Dati che sembrerebbero mostrare
un lieve abbassamento della curva, probabilmente dovuta al minor
numero di tamponi che generalmente vengono processati nelle
giornate festive. I numeri degli ospedali indicano che i
ricoveri nei reparti non critici sono 695 (+30) i pazienti
nelle terapie intensive sono 81 (+5). In calo netto invece i
soggetti in isolamento domiciliare, 13.692 (-874), dei quali
5.912 positivi.
Sulla nuova stretta imposta dal Dpcm Luca Zaia non
risparmia critiche. "Non ho mai fatto polemica - dice -, ma
questo provvedimento non ci voleva, e facciamo fatica a farlo
accettare. Faccio appello al Governo perché lo riveda" . "Non ho
dati epidemiologici per giustificare questo - aggiunge - Fosse
stato un Dpcm contro gli assembramenti lo avrei firmato in
bianco. Ma questo provvedimento in 26 pagine si contraddice: che
senso ha che un ristorante crei problemi e un museo no? E' una
scelta politica, non epidemiologica. Non è irrilevante che tutte
le Regioni si siano schierate contro".
E guardando all'applicazione più soft del Dpcm per i
ristoranti decisa dalla vicina provincia autonoma di Bolzano,
Zaia commenta: "un'ordinanza per riaprire bar e ristoranti?
Magari. Se siamo andati a fare un referendum per l'autonomia -
conclude - la ragione è questa, non i soldi. Solo Trento e
Bolzano hanno potuto farlo". (ANSA).