Dal domani arriva nelle sale il nuovo film di Mimmo Calopresti, UNO PER TUTTI (SCHEDA ANSA CINEMA), tratto dall’omonimo romanzo di Gaetano Savatteri. Scritto da Monica Zapelli e Mimmo Calopresti Uno per tutti è interpretato da Fabrizio Ferracane, Giorgio Panariello in un inconsueto ruolo drammatico, Thomas Trabacchi, Isabella Ferrari, Lorenzo Baroni e Irene Casagrande. Il film, prodotto da Minerva Pictures in collaborazione con Rai Cinema, sarà distribuito da Microcinema.
Una sorta di noir ambientato a Trieste con la storia di tre amici, Gil (Fabrizio Ferracane), Vinz (Giorgio Panariello) e Saro (Thomas Trabacchi) uniti da un segreto legato alla loro infanzia che li rende emotivamente indivisibili. quello che racconta 'Uno per tutti' di Mimmo Calopresti,in sala dal 26 novembre con Microcinema. Un film sull'amicizia, sulla complicita' e sul rapporto padre-figlio. Al centro del film, tratto dal libro omonimo di Gaetano Savatteri, un fatto di cronaca. Teo (Lorenzo Baroni), figlio del ricco imprenditore Gil, sposato non troppo felicemente con Eloisa (Isabella Ferrari) divisa tra buddismo e Thai Chi, accoltella in una rissa un suo coetaneo. Il padre, che non sopporta neppure per un attimo la possibilita' che Teo possa vivere l'esperienza della prigione, chiede aiuto ai due amici d'infanzia legati da un patto antico mai dimenticato e indimenticabile. Ovvero a Vinz (un bravissimo Panariello), poliziotto che cerca di proteggere come puo' Teo, e a Saro (medico di passaggio a Trieste, ma di origine calabrese come d'altronde Gil e Vinz).
''E' vero sono tornato alla fiction, ma solo per raccontare la realta'. Tutti oggi vogliono occuparsi del futuro, ma c'e' anche il passato e il presente. Il libro di Savatteri fa proprio questo, non c'e' la retorica del sogno che spesso diventa incubo''. E ancora il regista:''Non possiamo far finta di niente. Dei figli di oggi non sappiamo nulla. Chi frequentano, quello che c'e' nei loro cellulari. I padri e i figli si devono guardare piu' spesso e oggi questo non succede piu'''. Dice invece Panariello: ''e' stato difficile entrare in un ruolo drammatico, anche se ogni attore comico, secondo me, e' portato al drammatico. Ce l'ha dentro. Il difficile e' essere credibile. Comunque questa esperienza non la considero una parentesi, ma e' una linea retta: quella dell'attore''. ''Sono una donna che guarda alla finestra - sottolinea la Ferrari -. Una che non riesce ad andarsene ne' a restare. Una fallita come moglie e come madre e cosi' pratica buddismo e Thai Chi per trovare una pace che non trova''.
Per Trabacchi che interpreta Gil, il piu' cattivo di tutti, spiega:''tutti e tre questi amici sono in una situazione critica. E per il mio personaggio di Saro, non sara' certo facile accettare quello che gli chiede Gil''. Per Savatteri: '' questa storia si lega al fatto che questi tre personaggi sono figli della grande emigrazione al Nord. E poi c'e' il rapporto appunto con i figli ai quali diciamo che in questo paese tutto e' sbagliato, non c'e' futuro, e poi li invitiamo a studiare come se quel futuro ci fosse''. E sul poco ottimismo dei giovani di oggi la dice luna la risposta di Lorenzo Baroni: ''io costituirmi? Non credo alle forze dell'ordine. Non mi fido''.
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