C'erano quasi un centinaio di persone in fila questa mattina prima delle 9 in attesa della riapertura della camera ardente di Franco Zeffirelli nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, per omaggiare il regista fiorentino morto sabato scorso all'età di 96 anni. Alle 10 dopo la chiusura della camera ardente, il feretro sarà portato in piazza Duomo per le esequie all'interno della basilica di Santa Maria del Fiore in programma per le ore 11.
Ieri il feretro di Zeffirelli è stato accolto sull'Arengario dal sindaco Dario Nardella e dal prefetto Laura Lega, con i figli adottivi del regista, Luciano e Pippo: quest'ultimo ha posato sulla bara una sciarpa della Fiorentina, la squadra di cui Zeffirelli era acceso tifoso da sempre. Il feretro del regista è stato quindi portato nel Salone dei Cinquecento, accolto dal gonfalone della città di Firenze, dalla giunta comunale al completo e dallo squillo delle chiarine: queste hanno poi lasciato il posto ad arie scelte di Maria Callas, il sottofondo musicale scelto per la camera ardente. Su un grande schermo scorrono immagini di ritratti di Zeffirelli, scattati in ogni parte del mondo. Già prima dell'arrivo del feretro si era formata una fila di un centinaio di persone rimaste in attesa dell'apertura: fra i primi ad arrivare, il soprintendente del Maggio Musicale Fiorentino Cristiano Chiarot, lo stilista Ermanno Daelli e l'imprenditore Toni Scervino, fondatori della maison fiorentina Ermanno Scervino, e il presidente della LegaPro di calcio Francesco Ghirelli e la presidente del Senato Elisabetta Casellati.
I funerali invece come per il poeta Mario Luzi e, prima di lui, Giorgio La Pira, il 'sindaco santo' si terranno alle 11 nel Duomo di Firenze. Le esequie saranno officiate dal cardinale Angelo Betori che lo stesso regista aveva accolto in città, insieme a tanti altri fiorentini, il 26 ottobre 2008 quando il cardinale aveva fatto il suo ingresso nella diocesi. Ieri Betori, esprimendo il cordoglio della Chiesa di Firenze per la scomparsa del maestro, ha voluto ricordare la sua "più volte ribadita professione di fede cattolica" e come "nella sua opera abbia mostrato la bellezza della fede e abbia proposto la bellezza come strada verso la fede".
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