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Arcane e magiche, opere Mimmo Paladino

Arcane e magiche, opere Mimmo Paladino

Dal 29/7 a Pietrasanta (Lu) le tecniche miste su cartone

ROMA, 17 luglio 2017, 09:55

Nicoletta Castagni

ANSACheck

Le opere di Mimmo Paladino nella Galleria Giovanni Bonelli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le opere di Mimmo Paladino nella Galleria Giovanni Bonelli - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le opere di Mimmo Paladino nella Galleria Giovanni Bonelli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Magico e arcano, misterioso e sciamanico, Mimmo Paladino arriva a Pietrasanta (Lucca) con una selezione di opere su cartone, allestite dal 29 luglio al 10 settembre negli spazi della nuova sede della Galleria Giovanni Bonelli. Nella 'piccola Atene' versiliese, il grande artista campano, tra i principali esponenti della Transavanguardia, il movimento di ritorno alla pittura fondato da Achille Bonito Oliva nel 1980, porta alcune opere recenti, tecniche miste in cui si riafferma la cifra stilistica dell'artista, che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Intitolata 'Mimmo Paladino. Opere scelte', l'esposizione, curata da Flavio Arensi, propone infatti una panoramica del lavoro del maestro, in grado di sintetizzare i temi peculiari della sua poetica, dalle suggestioni d'intonazione arcaica all'uso di simboli greco-romani, etruschi e paleo-cristiani.

Nel linguaggio espressivo di Paladino, oggi come ieri, continuano a prevalere simbolismo e mistero, trasfigurati in frammenti di figure geometriche, teste e mani, case, numeri, stelle, vasi, in composizioni dove spazio e tempo si fondono, rimandando spesso a un universo primitivo e arcano, e comunque rielaborato dal segno contemporaneo. Protagonista in questi mesi di un'importante rassegna allestita a Brescia, Paladino (pittore, scultore e incisore) ha dato vita a un alfabeto fondato sulla cultura mediterranea che si perde nella notte dei tempi, ma riuscendo a metabolizzare al tempo stesso anche la straordinaria tradizione figurativa dell'arte italiana del XIV e XV secolo, da Paolo Uccello a Piero della Francesca a Leonardo da Vinci. In questo ritorno alle radici, l'artista fa suo persino il richiamo filosofico del neoplatonismo rinascimentale, riportandone in superficie i simboli, siano essi navi o fiori, case o stelle, che da una parte si ricollegano idealmente a significati universali, mentre dall'altra costituiscono il cuore vibrate della storia minima di ciascun uomo.

Anche in questi 15 lavori portati a Pietrasanta, l'opera di Paladino si manifesta quindi in tutta la sua complessità, svelando la formazione concettuale e analitica, dato imprescindibile di un lavoro pittorico mai casuale, che spazia fra le istanze della tradizione e quelle dell'avanguardia e attinge da culture arcaiche ed extraeuropee. Come sempre nella sua figurazione, il linguaggio dell'arte e la pratica d'artista sembrano essere qualcosa di magico o di sciamanico, il luogo di un rito o di una tragedia. Le opere, appunto emblematiche seppur immediatamente riconoscibili, evocano significati e contenuti senza però mai svelare l'origine, perché Paladino riesce a esprimerne solamente l'ombra, la maschera o la traccia archetipica. Nei cartoni esposti a Pietrasanta s'incontrano, inoltre, rappresentazioni di pianeti, geometrie musicali, riflessioni poetiche sulla condizione dell'uomo, e una tecnica mista e collage su legno del 2013, caratteristico di un lavoro iniziato oltre vent'anni fa e che ha fra i suoi più interessanti risultati il trittico del 1999, oggi conservato al Museo di Rivoli.

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