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Con "Solaris" Tarkovskij incontra l'arte

Con "Solaris" Tarkovskij incontra l'arte

Alla Fondazione Zeffirelli regista dialoga con avanguardia russa

FIRENZE, 23 aprile 2018, 20:34

Marzia Apice

ANSACheck

Solaris - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Solaris - RIPRODUZIONE RISERVATA

FIRENZE - Un'installazione futuristica che rievoca una stazione spaziale, con 22 schermi che proiettano immagini e video legati all'opera di Andrej Tarkovskij. Tutto intorno la voce dissonante dell'avanguardia russa degli anni '60 che risuona attraverso dipinti e sculture. Unisce le visioni del cinema a quelle dell'arte la mostra "Un nuovo volo su Solaris", in programma a Firenze dal 28 maggio al 31 luglio nella Sala della Musica di Palazzo San Firenze. Promossa dalla Fondazione Franco Zeffirelli che la ospita nella propria sede e dal Museo Anatolij Zverev AZ di Mosca, la mostra rappresenta l'appuntamento conclusivo della trilogia di esposizioni che l'istituzione russa ha dedicato a Tarkovskij nel 2016 e nel 2017.

A dare spunto alla mostra, prodotta dalla direttrice del Museo AZ Natalia Opaleva e a cura di Polina Lobacevskaja, le atmosfere avveniristiche di Solaris, il film di fantascienza del 1972 nel quale Tarkovskij aveva scelto una serie modelli esemplari dell'arte mondiale da far rivivere su un altro pianeta. Partendo da questo film, sono state selezionate per l'occasione fiorentina le testimonianze artistiche dell'avanguardia non conformista sovietica, il movimento contemporaneo al regista sviluppatosi tra gli anni '60 e gli anni '80 poco noto in Italia ma centrale nell'arte russa: nel percorso, accanto ai 22 schermi dell'ideale stazione spaziale che apre l'esposizione con i lavori di Tarkovskij, trovano spazio 32 dipinti e 2 sculture, opere dei maestri del cosiddetto 'rinascimento sovietico', da Anatolij Zverev a Francisco Infante, da Dmitrij Plavinskij a Dmitri Krasnopevcev, e poi Vladimir Jankilevskij, Vladimir Jokovlev, Lidija Masterkova, Petr Belenok, Ulo Sooster, Vladimir Nemuchin ed Ernst Neizvestnyj. Ciò che unisce il regista e gli artisti non conformisti (per anni non considerati in patria dalla cultura accademica ufficiale, tanto che molti di loro furono costretti a vivere in miseria o a espatriare) è rappresentato non solo dall'innovazione e dalla sperimentazione, ma soprattutto dall'aspirazione irrinunciabile alla libertà. Tra di loro, come ideale punto di contatto, si colloca anche l'eredità di Zeffirelli, appassionato da sempre di cultura russa (tra i suoi primi lavori, la realizzazione delle scene delle Tre sorelle di Cechov nel 1952, e poi tante tournée in Russia, fino al grande successo del film Romeo e Giulietta nel 1968), nonché uomo e artista libero.

"L'arte e lo spettacolo sono indissolubilmente legati e lo dimostra un artista poliedrico come Franco Zeffirelli, che ha portato la sua cultura intrisa di arti figurative proprio nello spettacolo. Per questo motivo fin da subito la Fondazione ha pensato di ospitare opere di artisti diversi", spiega oggi a Roma Caterina D'Amico, consulente della Fondazione Zeffirelli, specificando che l'istituzione fiorentina "è attiva solo da sei mesi e questo progetto è un modo perfetto per iniziare le attività aprendo lo sguardo verso l'esterno. Del resto Tarkovskij ha avuto grandi contatti con l'Italia, qui ha vissuto e ha girato film. E che l'involucro del viaggio di Solaris contenga l'arte dell'avanguardia russa degli anni '60 così è un'operazione culturale di grande rilievo".

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