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John Carpenter, 70 anni con brividi horror

Principe dell'oscurità al successo con Fuga da New York, La Cosa

Il re dell'horror compie settant'anni. John Carpenter il 16 gennaio spegnerà le candeline e verrà salutato ancora una volta come il "principe dell'oscurità". E' l'autore di Fog, 1997: Fuga da New York, La Cosa. Quest'ultimo forse è stato il suo successo più eclatante, girato nel 1982 subito dopo l'Università, pochi anni dopo il suo arrivo a Los Angeles, dal Kentucky dove era cresciuto "da vero ragazzo di provincia. Quando arrivai a Los Angeles, appena sceso dall'aereo mi comprai una cartina e cominciai a camminare in direzione dell'Università, la USC. Pensavo fosse dietro l'angolo. Mi ci è voluto un po' per capire la vastità della città". Finiti gli studi viene ingaggiato da Universal, il suo primo film per una major fu appunto La Cosa, remake di una pellicola degli anni '50, La cosa da un altro mondo di Christian Nyby, titolo che segnò profondamente il futuro creativo e professionale di Carpenter. "Vidi quel film da adolescente, in una riedizione uscita qualche anno dopo il debutto ufficiale. Mi spaventò a morte. Poi lo rividi alla scuola di cinema. Quel film ha influenzato molto il mio modo di fare film. Ancora oggi è uno dei miei preferiti. Non ero entusiasta all'idea di rifare The Thing, non avrei potuto fare meglio dell'originale. Potevo modernizzarlo, ma non farne una versione migliore di quella. E questo ho fatto: ho trasferito la storia negli anni Ottanta, modernizzandola rispetto all'originale degli anni Cinquanta". Il film fu stroncato dalla critica e guadagnò ben poco al botteghino ma fu rivalutato negli anni. "Ora, fra i miei film, è forse quello di cui vado più orgoglioso".
Nel 2011 de La Cosa è stato realizzato un altro remake, con Mary Elizabeth Winstead. "Ma non sono stato coinvolto. A volte quando Hollywood produce sequel o remake dei miei film io vengo compensato, questa volta non mi è stato detto nulla, non mi è stato pagato nulla. Non una parola dalla produzione. Mi hanno trattato per il buono a nulla che sono".
Negli anni Ottanta e Novanta gli horror di Carpenter hanno avuto alterni successi di critica e botteghino: Christine - La macchina infernale, Grosso guaio a Chinatown, Essi vivono, Il seme della follia, Villaggio dei Dannati, Fuga da Los Angeles sino a Fantasmi da Marte, del 2001, finito di girare il quale Carpenter decise di prendersi una pausa. "Ero veramente consumato. Avevo fatto un film dietro l'altro, dal 1970 in poi.
Non ce la facevo più". Dovranno passare nove anni per vederlo firmare un altro thriller. The Ward - Il reparto, che riporta ad un tema caro a Carpenter: l'assedio. "Era il genere di film che amavo guardare quando ero ragazzo, ma credo che la mia propensione per i film claustrofobici abbia anche un significato più ampio e profondo.
Non è la vita un assedio? Non siamo tutti un po' claustrofobici? Il nostro lavoro è sopravvivere alla notte".
Carpenter non solo ha sia scritto che diretto quasi tutti i suoi film, ma ne ha curato anche la colonna sonora. Figlio di un musicista, iniziò a suonare nella band della scuola, durante il liceo. "Poi arrivò il college ma noi continuammo a suonare e ubriacarci. Eravamo bravini e venivamo anche pagati, suonavamo di tutto, dal soul al rock 'n' roll, tutto quello che era popolare ai tempi, "White Rabbit," Jimi Hendrix... era un gran bel modo per conquistare le ragazze e per far due soldi, avrei potuto continuare, ma sarei ancora lì, in una banda di provincia".
Fra le ragazze che ha conquistato suonando ci sono probabilmente anche le due mogli, Adrienne Barbeau, con cui ha divorziato nell'84 e che gli ha dato un figlio, Cody, che ha seguito le orme del padre e del nonno nella carriera musicale, e Sandy King, sua attuale compagna, con cui spegnerà queste prossime settanta candeline.

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