Tecnica e coraggio non sempre vanno
d'accordo, specie nelle arti marziali. Così è per il
protagonista di Killing del giapponese Shinya Tsukamoto, ultimo
film in concorso alla Mostra di Venezia che si chiude l'8/9.
E che ci sia un problema in Mokunoshin Tsuzuki (Sosuke
Ikematsu), giovane ronin (samurai senza padrone), lo si capisce
subito: bravissimo nel combattere compulsivamente con il suo
amico contadino con il suo bokken di ciliegio (spada
d'allenamento), ma con la katana, quella vera, quella che dà la
morte, è un'altra cosa.
Ci troviamo alla periferia di Edo (la vecchia Tokyo) e nello
stesso villaggio del giovane Tsuzuki c'è una contadina (Yu Aoi)
alla quale è sentimentalmente legato. Ma quando nello sperduto
paesino arriva un gruppo nutrito di balordi pieni di armi, il
ragazzo ha problemi nel difendere la sua ragazza e il suo onore
di guerriero. Nel frattempo nel villaggio arriva un vero esperto
samurai che vuole assoldarlo, ma solo dopo aver misurato il
coraggio di uno Tsuzuki in crisi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA