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Kore-Eda, una famiglia criminal-solidale

Kore-Eda, una famiglia criminal-solidale

Dal 13/9 con Bim Un affare di famiglia, Palma d'oro a Cannes

ROMA, 12 settembre 2018, 09:06

Francesco Gallo

ANSACheck

UN AFFARE DI FAMIGLIA di KORE-EDA HIROKAZU - RIPRODUZIONE RISERVATA

UN AFFARE DI FAMIGLIA di KORE-EDA HIROKAZU - RIPRODUZIONE RISERVATA
UN AFFARE DI FAMIGLIA di KORE-EDA HIROKAZU - RIPRODUZIONE RISERVATA

 E' una famiglia numerosa quella di Osamu (Frank Lily) e della sua giovane compagna Noboyu (Sakura Ando). Una famiglia allargata, aperta, una piccola comunità che mangia continuamente e, per sbarcare il lunario, commette piccoli crimini, ma è anche una famiglia molto solidale. Questi i protagonisti principali di Un affare di famiglia di Kore-eda Hirokazu, Palma d'oro al Festival di Cannes 2018 e ora nelle sale italiane con la Bim dal 13 settembre.
    Così dopo l'ennesimo furtarello del capo famiglia Osamu, accompagnato dal figlio tredicenne Noboyu in un grande magazzino, i due non ci pensano più di tanto ad accogliere nella loro piccola casa una ragazzina, Juri (Miyu Sasaki), che sembra essere senza tetto. La accolgono fra loro, la proteggono, scoprono che è stata oggetto di maltrattamenti e, subito dopo, la iniziano a quella che è la loro specialità: rubare. Kore-Eda Hirokazu racconta con questo film dai toni leggeri e felici come la solidarietà alla fine arrivi più dalle persone che hanno poco.


   

"La prima cosa che mi è venuta in mente è stata la frase: 'Solo i crimini ci tenevano uniti'. In Giappone reati quali frodi alle pensioni e incoraggiamento all'accattonaggio da parte di genitori sono severamente criticati - dice il regista -. Ed è giusto che lo siano, ma mi domando perché la gente si infuria tanto per quelle infrazioni minori quando reati ben più gravi restano impuniti? Soprattutto dopo il terremoto del 2011 - aggiunge - non mi trovavo a mio agio con quelli che continuavano a dire che i legami familiari sono importanti così decisi di approfondire l'argomento raccontando una famiglia legata dal crimine".

Comunque nessuna intenzione da parte di Kore-eda Hirokazu, non nuovo nei suoi film ad affrontare temi familiari, "di scrivere semplicemente di una famiglia povera o degli strati più bassi della società. Credo piuttosto che la famiglia che racconto nel film abbia finito per riunirsi in quella casa per non arrendersi. Volevo continuare - conclude - con i temi già esplorati, in Like Father, Like Son, ovvero cosa lega le famiglie insieme oggi. E' il sangue o il tempo che passi insieme che fa la famiglia? Pochi anni fa c'è stata una storia in Giappone con protagonista una famiglia di impostori che, dopo la morte dei loro nonni, hanno continuato a ricevere la loro pensione illegalmente. Il divario di classe si è ampliato nel mio paese negli ultimi cinque anni e ci sono sempre più persone che non beneficiano dal piano di sostegno ai poveri attualmente in corso in Giappone".

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