'The Hate U Give' di George Tillman Jr. tratto dall'omonimo libro per ragazzi di Angie Thomas (Giunti Editore), in concorso alla 13/a edizione della Festa di Roma, come il film di Jenkins 'Se la strada potesse parlare', mette in campo una storia di razzismo e violenza negli Stati Uniti. Una storia tipica: quella di un poliziotto, troppo pronto a sparare, che a un normale controllo di un giovane nero su un auto gli spara e lo uccide, nonostante il ragazzo sia del tutto disarmato. "Quello che mi interessava dire con questo film - spiega oggi all'Auditorium il regista - è il fatto che nella comunità nera il vero problema è quello dell'identità, perché bisogna muoversi tra due distinti codici, quello che si applica in famiglia e quello con cui ci si relaziona con il mondo dei bianchi". E la storia di The Hate U Give ha come protagonista Starr (Amanda Stenberg), una ragazza di sedici anni molto smart che vive nel quartiere popolare di Garden Heights, provincia americana, e che è alle prese proprio con l'integrazione. I genitori, infatti, per offrirle le migliori opportunità, la iscrivono alla rinomata Williamson Prep School, frequentata quasi esclusivamente da bianchi. Starr si ritrova così divisa tra due mondi: quello povero e nero del suo quartiere e quello ricco e bianco della sua scuola. Questo fragile equilibrio si rompe quando Starr, tra l'altro fidanzata con un bianco, assiste a una sparatoria in cui Khalil (Algee Smith), suo amico d'infanzia, resta ucciso da un poliziotto. Unica testimone, la ragazza deve decidere se dire la verità anche se, facendolo, potrebbe mettere in pericolo sé e la sua famiglia perché coinvolgerebbe il boss della droga di Garden Heights, per cui Khalil lavorava, e vero boss del quartiere. Mentre la sua comunità chiede giustizia per Khalil, Starr inizia un percorso che le rivelerà la verità su se stessa. Per quanto riguarda il titolo del film, come del romanzo, cita il termine THUG (The Hate you Give Fucks Everyone) coniato dal rapper e attivista Tupac Shakur, artista dell'hip hop, morto nel 1996 a 25 anni per i colpi sparatigli da un'auto in corsa. E questo per dire che l'odio che rovesciamo sui bambini e sui ragazzi tornerà a rivoltarsi contro ognuno di noi: "L'odio dei bambini maturato nel tempo per la brutalità della polizia dovrebbe invece cambiare in amore. Bianchi e neri dovrebbero trattarsi meglio l'un l'altro. Anche per questo vorrei che i ragazzi vedessero questo film, perché potrebbe essere un modo per cambiare almeno un po' le cose". L'era Trump? "Fra un po' ci sono elezioni di Midterm e spero ci sia un cambiamento, in realtà da quando c'è Donald Trump - conclude il regista - bianchi e neri non sono mai stati tanto divisi".