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Cecchi Gori, sono rimasto figlio

Cecchi Gori, sono rimasto figlio

Su di lui il docu-film 'Di vizi e di virtù' di Isola e Spagnoli

ROMA, 07 giugno 2019, 19:18

Francesco Gallo

ANSACheck

Cecchi Gori, di Vizi e di Virtù - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cecchi Gori, di Vizi e di Virtù - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cecchi Gori, di Vizi e di Virtù - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - "Sono rimasto figlio, sono rimasto figlio". Vittorio Cecchi Gori lo dice più volte ora che è tornato da Palazzo Borghese in quella casa romana dei suoi genitori ai Parioli, un appartamento, dice en passant, "figlio de Il sorpasso e dove ogni tanto mi sembra di veder comparire il babbo e la mamma". Classe 1942, produttore cinematografico e figlio della leggenda Mario Cecchi Gori, Vittorio, un passato tra successi, politica, fallimenti, scandali, droga e gossip, ora sembra davvero pacificato, sereno dopo l'ictus che lo ha colpito poco meno di due anni fa. Accoglie i giornalisti nel salone della casa ai Parioli con vista mozzafiato, dove campeggiano tra tartine e pizzette tre Oscar, Leoni d'Oro e Nastri d'argento.

Occasione dell'incontro stampa la fine riprese del docu-film 'Cecchi Gori, di Vizi e di Virtù', diretto da Simone Isola e Marco Spagnoli e prodotto da Giuseppe Lepore, con al centro la storia unica della famiglia Cecchi Gori. Un documentario dedicato al fotografo Pietro Coccia, recentemente scomparso, e girato quasi totalmente nella casa del produttore. Prime parole di Cecchi Gori, dopo la visione di qualche spezzone del documentario, dette con la chiara voglia di liberarsi: "Rifarei tutto quello che ho fatto. Sono sempre stato coerente con le mie idee e non accettare prepotenze è stato più forte dei miei interessi materiali". E poi qualche considerazione sul suo lavoro di produttore "in cui - sottolinea Cecchi Gori - c'è stato a un certo punto un conflitto naturale tra cinema e televisione e, alla fine, purtroppo ha vinto quest'ultima". E ancora su quello che è avvenuto nel settore spiega: "Oggi il produttore non è più indipendente, ma solo una specie di dirigente televisivo. Mio padre ed io non solo mettevamo i soldi, ma davamo il nostro contributo, suggerivamo. Eravamo produttori che potevano pretendere i diritti creativi alla Siae".

Mentre ricorda come il padre Mario non fosse d'accordo sulla morte di Trintignant ne 'Il sorpasso' e lui stesso su quella di Troisi ne Il postino, Vittorio mostra con orgoglio una foto in bianco e nero di lui e Marco Risi ragazzini a Sabaudia: "Eravamo lì mentre i nostri padri facevano i film". Nel docu-film 'Cecchi Gori, di Vizi e di Virtù', come spiegano i registi, si assiste agli incontri "con coloro che, nonostante tutto, sono rimasti accanto a Vittorio: dai vincitori dell'Oscar Roberto Benigni e Giuseppe Tornatore ai campioni di incassi Leonardo Pieraccioni e Carlo Verdone, agli amici Lino Banfi e Marco Risi. Ci sono poi i grandi allenatori e campioni della Fiorentina, passione di famiglia, Giancarlo Antognoni, Claudio Ranieri e Roberto Mancini, attuale ct della Nazionale di calcio italiana". Protagonista per eccellenza di tanti pettegolezzi, anche per le sue tempestose storie d'amore, da Rita Rusic a Valeria Marini, non ama il gossip: "È un ingrediente meraviglioso, ma nella sostanza alla fine è solo il contorno". 'L'eterno figlio' Cecchi Gori mostra solo un attimo di sbandamento quando, intervistato da Marco Spagnoli, racconta il doloroso arresto nel 2008 davanti al figlio: "Tutto sommato - dice nel filmato - l'ho vissuto bene, sono stato sereno. Era una follia passare da Palazzo Borghese, dove abitavo, a Regina Coeli. Se ci ripenso mi dò una medaglia da solo e mi dico: ho resistito bene".

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