Non un'elogia, ne' un'indagine
forense sulle cause della sua morte, bensì solo una celebrazione
della sua vita. E' questo lo scopo di 'Roadrunner: A Film About
Anthony Bourdain' di Morgan Neville, presentato in anteprima al
festival di Tribeca e in uscita in sala Usa il 16 luglio. Si
tratta di un docufilm che lo stesso regista ha definito come una
terapia per chi ancora non è riuscito ad accettare la tragica
morte del celebrity chef avvenuta l'8 giugno del 2018 per
suicidio.
"Credo - ha detto Neville - che per chi conosceva Tony solo da
fan, come me, c'è sempre stato questo punto interrogativo
gigante sul perche' della sua morte. Perche' c... Tony Bourdain
si è ucciso? Ci sono ancora persone che non riescono a farsene
una ragione".
Il docufilm segue la vita di Bourdain, in particolare la seconda
parte, ossia dal salto alla celebrità grazie al suo libro
'Kitchen Confidential. Prima aveva lavorato per anni come chef a
New York. Poi con 'Parts Unknown', lo show trasmesso dalla CNN
dal 2013 al 2018, un viaggio alla scoperta di luoghi poco
conosciuti e la loro cultura culinaria, Bourdain diventò
un'icona televisiva. Nel film ci sono diverse persone che
parlano della sua morte per la prima volta oltre che a
interviste, tra le altre, con la sua ex moglie Ottavia Busia,
gli chef e amici Éric Ripert David Chang, la produttrice tivù
Lydia Tenaglia, i musicisti John Lurie e Josh Homme.
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