Torna dopo quarant'anni in libreria
'Le venti giornate di Torino', profetico romanzo di Giorgio De
Maria, riscoperto e tradotto negli Stati Uniti dalla casa
editrice Norton, che ne ha fatto un caso editoriale, e ora
ripubblicato in Italia da Frassinelli, con una postfazione di
Giovanni Arduino.
Ne 'Le venti giornate di Torino' (euro 17,50) De Maria,
critico teatrale e scrittore morto nel 2009, ha immaginato
qualcosa di molto simile a Facebook e alle conseguenze dell'uso
dei social. Il romanzo ci porta in una biblioteca molto
particolare, dove non si trovano i testi pubblicati dagli
editori, ma scritti di privati cittadini, con i loro pensieri
più intimi, spesso terribili e condivisi con altri. Un anonimo
investigatore sta indagando, dieci anni dopo, su quello che era
successo in quelle venti giornate di Torino che avevano visto la
città colpita all'improvviso dalla siccità, dall'insonnia
collettiva, con i cittadini che vagavano come fantasmi e una
misteriosa catena di omicidi.Che nesso c'era tra quello che era
accaduto e la biblioteca che era stata aperta alla Piccola Casa
della Divina Provvidenza? E' davvero finita quella orribile
stagione o le forze oscure di quei giorni sono ancora in azione?
De Maria, che nel 1958 ha fatto parte con Liberovici, Straniero,
Calvino, Fortini e Amodei del gruppo 'Cantacronache' per il
rinnovamento della canzone italiana, dopo 'Le venti giornate di
Torino', uscito nel 1977, non ha più pubblicato nulla.
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