Valeria Arnaldi, giornalista e
scrittrice, va alla ricerca delle ragioni per le quali a 25 anni
dalla sua morte, Audrey Hepburn sia ancora una musa ispiratrice
per la maison della moda e addirittura per il ribelle street
style. Audrey, Mito e Icona (edito da Ultra - 192 pp, 22 euro)
spiega che la diva "è ancora un modello di riferimento di stile,
di bellezza e fascino, attrice amatissima, musa di artisti,
stilisti, designer. Indimenticabile. Audrey Hepburn è una delle
dive e delle personalità del grande schermo che hanno segnato la
seconda metà del secolo scorso. Ambasciatrice Unicef, applaudita
e osannata già nel corso della sua carriera, nei decenni, anche
dopo aver lasciato le scene, è diventata un mito e appunto,
un'icona. Esempio per aspiranti attrice, ma, più in generale,
senza limiti di set, testimone di una precisa - e affascinante -
idea di donna: ribelle come Anna di Vacanze Romane, elegante
come Sabrina, romanticamente confusa come Holly di Colazione da
Tiffany. Di più, sentimentale, forte, indipendente, libera,
appassionata come Audrey. Ben oltre la scena. A venticinque anni
dalla morte, avvenuta il 20 gennaio 1993, un vero e proprio
viaggio alla scoperta dell' icona Audrey, dai sogni che ha
incarnato al cinema alle fantasie alle quali ha dato corpo nella
realtà, fino alle luci che ha saputo regalare all'immaginario e
alle arti, prestando volto, stile, modello a design, moda,
dipinti, street art. Dal sogno di bambina di diventare una
ballerina all'incoronazione come star, tra Oscar, Golden Globe e
Grammy Awards, fino alla consacrazione del suo fascino senza
tempo e dell'immortalità della sua immagine. Sulle tracce di
Audrey, dalla donna al mito.
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