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Antonio Manzini, Schiavone scioglie nodi del passato

Antonio Manzini, Schiavone scioglie nodi del passato

A Libri Come con 'Vecchie conoscenze' e nuovi episodi tv

ROMA, 13 giugno 2021, 12:13

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Mauretta Capuano) Si svelano segreti, si sciolgono nodi arrivati al pettine e Rocco Schiavone è sempre più solo e depresso nel nuovo romanzo di Antonio Manzini, 'Vecchie conoscenze', il decimo dedicato al vicequestore, appena arrivato in libreria per Sellerio, come tutti gli altri. "Rocco ha bisogno di mettere un bel punto a tutte le situazioni aperte della sua vita passata. Questo libro chiude tutta una serie di problematiche che si erano aperte nei libri precedenti e dal prossimo devo ricominciare da zero. E' un pericolo mostruoso, non ho più le spalle coperte però era arrivato il momento" dice all'ANSA Manzini, tra i protagonisti più attesi di Libri Come, la festa del libro e della lettura tornata in presenza, con alcuni collegamenti in streaming, all'Auditorium Parco della Musica di Roma fino al 13 giugno. Ma quali sono le problematiche rimaste in sospeso? "Al di là di quelle psicologiche, di vita, Rocco ha un sospeso mostruoso con un cadavere che non si trova più. Le cose sospese riguardano anche un suo amico, Baiocchi, che è un cattivo e non si sa che fine abbia fatto. I due si inseguono e in questa storia finalmente si conclude anche questa vicenda che va avanti dal terzo libro. E arriva a conclusione anche la questione poliziotta che lo aveva tradito. Tutti nodi che si dovevano sciogliere" dice Manzini. E aggiunge "Rocco è più provato del solito. E' un personaggio assillato dall'amore ma che l'amore non lo può vivere. E' una ennesima maledizione che ha. Comunque la giri la risposta è sbagliata però mi diverte troppo". In 'Vecchie conoscenze' il vicequestore è alle prese con la morte di una storica dell'arte, specialista di Leonardo da Vinci, colpita con un oggetto pesante alla testa nella sua abitazione piena di libri preziosi, ma deve fare i conti anche con il fatto che "perde pezzi importanti sia fisici che di amicizia. Il distacco fa parte della sua vita, è una specie di spada di Damocle che fa sì che ogni volta che si affeziona a qualcuno questo si allontani in qualche modo. Come il trapano che batte sul nervo scoperto" racconta Manzini. Rispunta anche Sebastiano, l'amico d'infanzia e di imprese al limite della legalità. "Sebastiano è uno dei fulcri del passato di Rocco, custodisce due segreti che in questo libro vengono finalmente svelati. Anche gli altri amici romani, Furio e Brizzio, partecipano ai suoi drammi ma loro sembra che facciano finta di non averne. Come se non volessero appesantirgli la vita, ma invece credo che dovremmo essere più sinceri in amicizia. Ti può far male, ma da un amico devi accettare soprattutto gli schiaffi. Quello che fa male in questo romanzo è il tradimento dell'amicizia che Rocco ritiene peggiore del tradimento dell'amore" racconta lo scrittore. Da 'Vecchie conoscenze' saranno tratte anche tre nuove puntate della amatissima serie tv di Rai2 con Marco Giallini. "Facciamo quattro nuove puntate: tre da questo libro e una quarta da un vecchio racconto in cui Rocco deve risolvere un caso su un treno, un Freccia Rossa. Si dovrebbero girare a febbraio prossimo per almeno 4 mesi per andare in onda nell'autunno 2022. Questa volta sarà più complicato. Dobbiamo azzardare un'altra narrazione. Di solito in ogni puntata c'è un cadavere, qui dobbiamo parlare d'altro. La serie si dovrebbe aprire con il racconto del treno e chiudersi con il caso di Baiocchi, il cattivone. Le altre due puntate riguardano il mondo dell'arte" anticipa Manzini. Perchè il mondo dell'arte? "Perchè c'è una cosa che mi da fastidio da tempo e cioè l'intellighenzia vera di questo Paese si è ritirata in buon ordine lasciando spazio a cialtroni e parvenu e questa è una grave perdita di qualità per l'Italia" racconta Manzini. Così nel romanzo la storica dell'arte, Sofia Martinet, sui settant'anni, famosa nel suo campo a livello internazionale, muore dimenticata, abbandonata perchè nessuno la conosce. "Tutti dicono 'è morto un luminare', non vi rendete conto. racconto il suo mondo accademico, dell'Università, delle lotte e piccole invidie che ci sono all'interno di queste comunità che mi piacerebbe non fossero più comunità ma diventassero voce del popolo nel bene e nel male" sottolinea Manzini. E la pandemia entrerà mai nelle storie di Rocco Schiavone? "No, mai, non è interessante. Per ora sono indietro, siamo nel 2014, ma quando arriverà il 2019 Rocco dormirà per due anni. Farà un incidente e andrà in coma due anni. Si sveglierà e gli diranno sai che c'è stata una pandemia" dice scherzando Manzini. E aggiunge: "Nessuno, io per primo, si vuole ricordare la pandemia. Non lo farei mai come non ho mai affrontato il problema di Totti che ha lasciato il calcio. Sono cose di cui non si parla. Sono lutti che uno tiene dentro di se, nel dolore del suo nido". Il futuro? "Siamo già peggiori, basta guardare le intenzioni di voto degli italiani" dice Manzini che è autore anche di romanzi senza Rocco Schiavone a cui tiene molto, l'ultimo è 'Gli ultimi giorni di quiete' del 2020. Ma ora sta pensando a un libro per ragazzi. "Mi piacerebbe tanto scriverlo. La storia mi frulla in capo da sei-sette anni ma i libri per ragazzi sono difficili per me. Ti devi reinventare una voce perchè stai parlando con i ragazzi dai 10 ai 15 anni. Mi faccio una overdose di Pinocchio, lo leggo sei sette volte e poi magari viene" racconta tra le risate.
   

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