(di Alessandra Baldini)
Nel settimo centenario della
morte di Dante, il mondo della letteratura dice addio a Richard
Hollander, il decano dei dantisti americani che condusse i
lettori del suo paese nei gironi dell'"Inferno".
Hollander, che aveva 87 anni e con la moglie Joan, una
poetessa, firmo' una delle piu' accreditate traduzioni della
Divina Commedia in inglese, e' morto nella casa del figlio alle
isole Hawaii.
Professore a Princeton per 42 anni, Hollander ha pubblicato
una quarantina di opere su Dante e su Boccaccio. Premiato nel
2008 con il Fiorino d'Oro dalla citta' di Firenze, e' stato
anche un pioniere delle digital humanities: negli anni Ottanta,
quando pochi studiosi avevano mai applicato le nuove tecnologie
allo studio della letteratura, comincio' a digitalizzare i
commentari del poema dantesco grazie a fondi ottenuti da Apple e
AT and T. Per inserire i testi nel suo "Dartmouth Dante Project"
gli studenti usarono scanner delle dimensioni di frigoriferi:
oggi, 33 anni dopo l'uscita della prima versione,il progetto
"rappresenta lo strumento fondamentale" per gli studi su Dante,
ha detto al "New York Times" Jeffrey Schnapp, studioso di
letteratura italiana medievale e il fondatore del metaLab per le
digital humanities di Harvard.
Hollander aveva cominciato a interessarsi a Dante dopo
essersi accorto, da giovane professore a Princeton, dei problemi
di quel dipartimento di italiano: "In uno di quei suoi tipici
atti di volonta', si impegno' a imparare la lingua diventando il
dantista che mancava nei nostri ranghi", ha detto al sito
dell'ateneo Albert Sonnenfeld, un ex allievo e professore
emerito di francese. Il corso di Hollander su Dante a Princeton,
soprannominato con affetto "la chimica organica delle
humanities", ha sempre avuto un vasto seguito e una targa
nell'aula 111 della East Pyne Hall ricorda "le generazioni di
studenti ispirati dal suo insegnamento".
A tradurre la Divina Commedia Hollander era arrivato su
ispirazione della moglie Joan: nel 1997 lei aveva sbirciato
oltre la spalla del marito che studiava su una traduzione del
poema del 1939. Era terribile, e lui le chiese: "Puoi fare
meglio?". Le versioni prodotte dalla coppia furono pubblicate
tra 2000 e 2007 tra gli applausi della critica.
Hollander era spesso in Italia e per anni era rimasto in
contatto con Roberto Benigni: "E' un accademico per natura -
aveva detto al New York Times il professore in occasione della
presentazione della tournee TuttoDante dell'attore, regista e
sceneggiatore di "La Vita e' Bella" nel 2009 - a volte mi
telefona solo per il piacere di discutere la possibile
interpretazione di un brano della Divina Commedia". Fu poi
proprio Benigni a tenere a battesimo a Palazzo Vecchio "La
Commedia di Dante Alighieri": il primo commento di uno studioso
americano a uscire in Italia e in italiano per i 150 anni
dell'Unita' d'Italia.
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