Il trattato di Rapallo compie cento
anni. Era il 12 novembre 1920 quando Italia e Jugoslavia, al
termine della Prima Guerra Mondiale, ridisegnarono i loro
confini. E lo fecero a Villa Spinola, una bellissima magione
rossa a picco sul mare che ora si trova nel territorio di Santa
Margherita Ligure ma che cento anni fa era nel comune di
Rapallo. La questione riguardava essenzialmente l'annessione al
Regno d'Italia di parte dell'Istria, della Dalmazia e,
soprattutto, della città di Fiume. ll Regno d'Italia ebbe Zara e
gran parte dell'Istria. Fiume venne costituita in uno stato
indipendente. La Dalmazia restò agli jugoslavi. A seguito di
quell'accordo, Gabriele D'Annunzio, sotto minaccia di una
rappresaglia, si ritirò da Fiume che aveva precedentemente
occupato per protesta.
A Rapallo le due delegazioni giunsero il 7 novembre: quella
italiana soggiornava nel New Casino Hotel (attuale Excelsior
Palace), quella jugoslava all'hotel Imperiale (il quale due anni
dopo ospiterà il secondo trattato di Rapallo).
Per l'Italia erano presenti il ministro degli Esteri Carlo
Sforza e quello della Guerra Bonomi, il senatore Salata, il capo
di Stato maggiore della Marina ammiraglio Acton e il generale
Badoglio. Giolitti, capo del governo, trattenuto a Roma da
impegni politici, raggiungerà Rapallo pochi giorni dopo la
firma.
La delegazione jugoslava era invece guidata dal presidente
del Consiglio Vesnic, accompagnato dal ministro degli Esteri
Trumbic e da quello alle Finanze Stojanovic.
A Villa Spinola i lavori iniziarono l'8 novembre e si
conclusero con la firma del Trattato il 12 novembre alle 23:45.
Una delegazione locale guidata dall'allora sindaco di Rapallo
Lorenzo Ricci portò i saluti ai diplomatici durante i lavori e
ottenne la rassicurazione sul fatto che quel trattato avrebbe
portato il nome di Trattato di Rapallo.
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