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Gigi Marzullo, faccio domande perché sono curioso

Gigi Marzullo, faccio domande perché sono curioso

Si faccia una domanda, 365 quesiti a testimoni di ieri e di oggi

ROMA, 11 novembre 2020, 19:26

di Marzia Apice

ANSACheck

Gigi Marzullo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gigi Marzullo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Gigi Marzullo - RIPRODUZIONE RISERVATA

GIGI MARZULLO, SI FACCIA UNA DOMANDA. 365 DOMANDE INTIME E SURREALI AI PROTAGONISTI DEL PASSATO E DEL PRESENTE (Rai Libri, pp.384, 16 Euro)

Una domanda per ogni singolo giorno dell'anno da rivolgere a una schiera di protagonisti di ieri e di oggi, per immaginare una conversazione impossibile o, chissà, per provare a dare una risposta sulle questioni della vita: se non è mai stanco di chiedere, perché non si placa la sua curiosità, di certo Gigi Marzullo ha voglia di proseguire idealmente anche sulla pagina scritta il suo lavoro televisivo, come dimostra il nuovo libro "Si faccia una domanda", edito da Rai Libri. Nel volume, in libreria dal 5 novembre, Marzullo propone al lettore di provare a immaginare insieme a lui cosa potrebbero rispondere tanti personaggi eccezionali, testimoni delle proprie epoche, di fronte alla giusta domanda.

Si inizia niente meno che da Giulio Cesare, per finire con uno dei volti della tv più amati e rispettati dal pubblico, Piero Angela: nel mezzo c'è davvero di tutto, l'impossibile che si mescola col possibile, da Papa Francesco a Giorgia Meloni, da Virgilio a Massimo Troisi, da Freud a San Tommaso, e ancora Leopardi, Marx, De Mita, Michelangelo, Napoleone, Garibaldi, fino a Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, Mara Venier e Raffaella Carrà, Walt Disney e Giuseppe Verdi.

"Questo è un libro trasversale, adatto a tutti, in cui ci sono domande fatte per gioco e altre fatte seriamente. Tutto nasce dalla mia curiosità e dalla voglia di mettere insieme passato e presente. Sono convinto infatti che non si può vivere il presente né organizzare il futuro se non si parte dal passato", dice Gigi Marzullo in un'intervista all'ANSA, spiegando di aver "intenzionalmente mischiato l'alto il basso, il popolare e il colto, proprio come accade nella vita". Secondo di una trilogia, ("Nel primo, Non ho capito la domanda, c'erano solo domande, qui invece le domande sono tutte indirizzate a dei personaggi", dice), il libro mostra la bravura ineguagliabile dell'autore nel porre la domanda quasi in modo "filosofico", mostrando che in fondo non esiste cosa che non si possa chiedere. "Sono molto pauroso per tante cose, ma non nel porre le domande, che arrivano dall'intimo, sono sempre un insieme di cuore e di testa", spiega, "quando faccio una domanda uso sempre garbo ed educazione, posso magari mitigare il modo, ma non mi tiro indietro. In fondo la domanda non è mai indiscreta, mentre può esserlo la risposta". Ma, a ruoli inversi, si è mai sentito in difficoltà per una domanda che le hanno rivolto? "Non amo parlare di me né del mio privato, e non mi piacciono le domande intime", afferma, "ma conta sempre il modo in cui le domande vengono poste. Se non c'è malizia né malafede allora si può anche rispondere". Amante di ogni forma di cultura, dal cinema al teatro ai libri, Marzullo ammette che nella vita è stato "molto fortunato, perché ha trasformato la sua passione in un lavoro. Già è difficile capire cosa si vuole fare, poi se si riesce a farlo per lavoro si può stare davvero sereni". "Mi auguro che le persone abbiano sempre più voglia di cultura, anche in tv. Io ho inventato alcune rubriche e ho potuto portarle avanti negli anni, ma la televisione è come una grande tavola imbandita in cui ognuno sceglie cosa vuole", aggiunge.

Ora però il lockdown ha bloccato la possibilità di fruire di cultura e spettacolo, a meno che non lo si faccia in digitale: "Il primo a essere dispiaciuto sono io, e non solo perché vado sempre al cinema e a teatro, ma soprattutto per chi lavora in quei settori e adesso è in difficoltà", afferma, "ma la salute per me è al primo posto e va tutelata. Poi bisogna cercare di far coincidere la salute con l'economia, e infine avere cura dello spirito con la cultura. Se secondo i tecnici c'è stato bisogno di chiudere tutto, spero solo che questa chiusura possa durare poco tempo".

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