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>ANSA-FOCUS/ Mantova: Stefansson, poesia non si addomestica

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>ANSA-FOCUS/ Mantova: Stefansson, poesia non si addomestica

Al festival con versi giovanili. In Islanda escono nuove poesie

MANTOVA, 09 settembre 2021, 17:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(dell'inviata Mauretta Capuano) JON KALMAN STEFANSSON, LA PRIMA VOLTA CHE IL DOLORE MI SALVO' LA VITA (IPERBOREA, PP 285, EURO 17,50). Scopriamo il Jon Kalman Stefansson poeta in 'La prima volta che il dolore mi salvò la vita', in libreria per Iperborea nella traduzione di Silvia Cosimini. E la passione per la poesia precede quella per la narrativa. L'autore islandese di 'Luce d'estate ed è subito notte', della trilogia 'Paradiso e inferno', 'La tristezza degli angeli' e 'Il cuore dell'uomo' prima dei suoi romanzi, tradotti e premiati in tutto il mondo, è stato poeta come mostrano le tre raccolte di poesie dal 1988 al 1994 riunite nel libro, pubblicate con testo islandese a fronte e accompagnate da una spassosa e irriverente autobiografia. Poesie che ora sembrano una sorta di laboratorio del suo inconfondibile stile lirico e prosaico.
    "E' una raccolta di tre volumi di poesie che sono uscite nel secolo scorso e a cui per molti anni non avevo più pensato.
    Tanti amici mi suggerivano di ripubblicarle perchè erano in gran parte irreperibili. Ero esitante all'idea, alcune le trovo difettose, hanno la vena arrogante della gioventù, del giovane autore. Poi ho superato tutto questo e mi fa piacere averle ripubblicate. E' stato un po' come incontrare la versione giovane di me stesso. Ho sentito fosse giusto aggiungere qualcosa , raccontare quel periodo, come queste poesie erano venute da me. Non mi aspettavo uscissero in altri Paesi e sono contento siano state pubblicate in Italia" racconta con una punta di ironia all'ANSA Stefansson, tra gli autori più attesi in presenza del Festivaletteratura di Mantova.
    "La poesia non rispetta le regole,/è un gatto che non si lascia addomesticare/mai del tutto" scrive il poeta- scrittore che dedica una poesia anche alla morte di Elvis Presley. "Quando avevo 13 anni d'estate andavo in campagna ed ero molto triste e depresso, avevo deciso di togliermi la vita. Una sera al tramonto i contadini avevano deciso di fare un giro in piscina e lungo la strada in automobile ho sentito alla radio che Elvis Presley era morto. Riascoltare i suoi pezzi così belli, così profondi mi ha fatto pensare che se il mondo aveva spazio per così tanta bellezza era il caso di fermarsi ancora un po'. Così Elvis Presley mi ha salvato la vita morendo" racconta.
    Ma, dopo il terzo libro di poesie che è uscito nel '93 Stefansson, che nei tormentati e squattrinati anni giovanili ha lavorato su un peschereccio e in fabbrica, ha passato un periodo un po' difficile. "Non riuscivo a tirare fuori la poesia che avevo dentro. Leggevo molto, tantissima poesia e quando mi fermavo su giovani poeti e scrittori, Neruda, Pessoa, avevo la sensazione che non sarei mai arrivato a quella grandezza. Non riuscivo a pensare di vivere senza scrivere ma nello stesso tempo mi sembrava di non avere niente da dire e neppure l'energia, ma il bisogno di scrivere era così forte che ho iniziato a dedicarmi alla prosa. All'inizio è andata molto male.
    Soltanto quando ho cominciato a scrivere prosa come se fosse poesia si è aperto qualcosa dentro e tutto ha cominciato a fluire". Tornerà a scrivere poesie? "Mi è mancato molto non farlo. La mia prosa è molto poetica, la poesia filtra, ma non è la stessa cosa. Nei miei romanzi inserisco poesie, però è diverso. Ho sempre pensato che non sarei tornato a scrivere poesie però adesso credo che magari quando sarò molto vecchio e saggio, con la barba lunga e il sigaro, potrò tornare a comporre versi, non vedo l'ora. Effettivamente però ho cominciato a farlo, ho passato un momento di rivolgimento, un grande terremoto nella mia vita ed è tornata a fluire la poesia. Quindi il prossimo mese in Islanda uscirà un libro di poesie anche se non sono vecchio e saggio" annuncia.
    E la musica resta l'elemento fondamentale, come suggeriscono anche le parole di Tom Waits riportate in apertura di ogni raccolta.
    "Per me la musica è tutto, è ossigeno, compagnia, evoca ricordi e fa ballare. Credo sia così importante che riesca a scorrere nella lingua di un libro e spero si senta quando scrivo che c'è una musica dentro" racconta lo scrittore che è nato a Reykjavik nel 1963.
   

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