(dell'inviata Mauretta Capuano)
JON KALMAN STEFANSSON, LA PRIMA
VOLTA CHE IL DOLORE MI SALVO' LA VITA (IPERBOREA, PP 285, EURO
17,50). Scopriamo il Jon Kalman Stefansson poeta in 'La prima
volta che il dolore mi salvò la vita', in libreria per Iperborea
nella traduzione di Silvia Cosimini. E la passione per la poesia
precede quella per la narrativa. L'autore islandese di 'Luce
d'estate ed è subito notte', della trilogia 'Paradiso e
inferno', 'La tristezza degli angeli' e 'Il cuore dell'uomo'
prima dei suoi romanzi, tradotti e premiati in tutto il mondo,
è stato poeta come mostrano le tre raccolte di poesie dal 1988
al 1994 riunite nel libro, pubblicate con testo islandese a
fronte e accompagnate da una spassosa e irriverente
autobiografia. Poesie che ora sembrano una sorta di laboratorio
del suo inconfondibile stile lirico e prosaico.
"E' una raccolta di tre volumi di poesie che sono uscite nel
secolo scorso e a cui per molti anni non avevo più pensato.
Tanti amici mi suggerivano di ripubblicarle perchè erano in gran
parte irreperibili. Ero esitante all'idea, alcune le trovo
difettose, hanno la vena arrogante della gioventù, del giovane
autore. Poi ho superato tutto questo e mi fa piacere averle
ripubblicate. E' stato un po' come incontrare la versione
giovane di me stesso. Ho sentito fosse giusto aggiungere
qualcosa , raccontare quel periodo, come queste poesie erano
venute da me. Non mi aspettavo uscissero in altri Paesi e sono
contento siano state pubblicate in Italia" racconta con una
punta di ironia all'ANSA Stefansson, tra gli autori più attesi
in presenza del Festivaletteratura di Mantova.
"La poesia non rispetta le regole,/è un gatto che non si lascia
addomesticare/mai del tutto" scrive il poeta- scrittore che
dedica una poesia anche alla morte di Elvis Presley. "Quando
avevo 13 anni d'estate andavo in campagna ed ero molto triste e
depresso, avevo deciso di togliermi la vita. Una sera al
tramonto i contadini avevano deciso di fare un giro in piscina e
lungo la strada in automobile ho sentito alla radio che Elvis
Presley era morto. Riascoltare i suoi pezzi così belli, così
profondi mi ha fatto pensare che se il mondo aveva spazio per
così tanta bellezza era il caso di fermarsi ancora un po'. Così
Elvis Presley mi ha salvato la vita morendo" racconta.
Ma, dopo il terzo libro di poesie che è uscito nel '93
Stefansson, che nei tormentati e squattrinati anni giovanili ha
lavorato su un peschereccio e in fabbrica, ha passato un
periodo un po' difficile. "Non riuscivo a tirare fuori la poesia
che avevo dentro. Leggevo molto, tantissima poesia e quando mi
fermavo su giovani poeti e scrittori, Neruda, Pessoa, avevo la
sensazione che non sarei mai arrivato a quella grandezza. Non
riuscivo a pensare di vivere senza scrivere ma nello stesso
tempo mi sembrava di non avere niente da dire e neppure
l'energia, ma il bisogno di scrivere era così forte che ho
iniziato a dedicarmi alla prosa. All'inizio è andata molto male.
Soltanto quando ho cominciato a scrivere prosa come se fosse
poesia si è aperto qualcosa dentro e tutto ha cominciato a
fluire".
Tornerà a scrivere poesie? "Mi è mancato molto non farlo. La mia
prosa è molto poetica, la poesia filtra, ma non è la stessa
cosa. Nei miei romanzi inserisco poesie, però è diverso. Ho
sempre pensato che non sarei tornato a scrivere poesie però
adesso credo che magari quando sarò molto vecchio e saggio, con
la barba lunga e il sigaro, potrò tornare a comporre versi, non
vedo l'ora. Effettivamente però ho cominciato a farlo, ho
passato un momento di rivolgimento, un grande terremoto nella
mia vita ed è tornata a fluire la poesia. Quindi il prossimo
mese in Islanda uscirà un libro di poesie anche se non sono
vecchio e saggio" annuncia.
E la musica resta l'elemento fondamentale, come suggeriscono
anche le parole di Tom Waits riportate in apertura di ogni
raccolta.
"Per me la musica è tutto, è ossigeno, compagnia, evoca ricordi
e fa ballare. Credo sia così importante che riesca a scorrere
nella lingua di un libro e spero si senta quando scrivo che c'è
una musica dentro" racconta lo scrittore che è nato a Reykjavik
nel 1963.
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