Michael Kors e' un ottimista e
nel mondo dei muri alzati contro chi e' diverso manda un
messaggio all'insegna dell'inclusione: sia che si tratti di
etnia che di atto di nascita o di identità di genere. Tutto e'
fluido e siamo tutti connessi e' il mantra della sfilata che, in
una data simbolo, l'11 settembre, lo stilista ha definito la sua
"più' patriottica di sempre".
Kors ha trasferito per la prima volta la passerella da
Manhattan a Brooklyn seguendo le orme della bisnonna Lina,
migrante bambina dalla Mitteleuropa. Testimonial del concetto
che il genere non e' specifico come dimostra uno dei look della
collezione tutta made in Italy in cui la giacca e' un bodysuit
indossato sotto i classici pantaloni dal taglio di sartoria.
Altri spunti il peacot, il trench e la camicia reinterpretati:
meta' prep style del Connecticut, meta' punk borchiato del Lower
East Side. Tanti i contrasti "uptown/downtown", da Park Avenue a
Bushwick.
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