Per la prima volta nella sua
storia il "Massimo" di Palermo ha inaugurato il 26 gennaio la
stagione 2021 in streaming con "Il crepuscolo dei sogni", un
racconto attraverso la musica e le immagini trasmesso dalla web
tv del teatro. Di necessità virtù, la creatività si è dovuta
spingere oltre i canoni di un'opera tradizionale, per un invito
deciso al coraggio e a non lasciarsi scoraggiare da tutte le
sventure che il destino ci ha inflitto. Di tradizionale non c'è
nulla, niente pubblico, niente abiti eleganti, niente tacchi
alti, ma tutta l'angoscia che stiamo vivendo sì, alternata a
momenti di commovente nostalgia.
Una platea inondata dalla neve, tre cantanti bravissimi:
Carmen Giannatasio, che si rivela attrice di prim'ordine, nelle
scene di estrema solitudine e di sorprendente violenza, Markus
Werba e Alexandros Stavrakakis, un grande Mefistofele di Boito.
Ecco che nella sofferenza collettiva si insinua la Calunnia di
Rossini, e Mefistofele, il diavolo in persona, quello spirito
che sempre dice no e canta la distruzione che dilaga sulla
terra.
Lo spettacolo fa entrare in scena proprio tutti, dai tecnici
alle maestranze, l'orchestra al completo, il coro e il corpo di
ballo in disperata veste di operatori covid. Ma poi ci sono le
sorprese, quelle veramente inattese: il direttore d'orchestra
Omer Meir Wellber, dopo aver diretto con energia e sentimento la
ricercata colonna sonora e il tema d'amore dal "Tristano e
Isotta" di Wagner, si sposta e intona una canzone tradizionale
ebraica di Chava Alberstein, un vero colpo di teatro. Ora
sappiamo pure che sa cantare. A legare tutto è "la Traviata" di
Verdi, ma il momento più alto, da brivido, è il sottofinale di
"Ave Signor degli angeli e dei santi" dal Mefistofele di Boito,
il coro è distribuito nei palchi, e finalmente il teatro si
illumina a giorno. Un successo dovuto alla perizia di tutti e
alla creatività del regista Joannes Erath.
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