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Piperno, non amo gli intellettuali che pontificano

Piperno, non amo gli intellettuali che pontificano

Il 28 novembre la sua 'Domenica con' su Rai Storia

ROMA, 27 novembre 2021, 14:58

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' una cosa molto positiva per Alessandro Piperno, che oggi gli intellettuali non abbiano una voce vera, autorevole. Lo scrittore Premio Strega 2012 non "ama gli intellettuali, i vati che pontificano sulle cose che non riguardano il loro ambito. Tendenzialmente, quando accade, lo fanno sempre male, a sproposito, in modo vanesio, narcisista.
    Basta pensare alle cose dette sul Covid" dice all'ANSA Piperno che ha disegnato il palinsesto di 'Domenica con'' del 28 novembre, il programma a cura di Giovanni Paolo Fontana ed Enrico Salvatori, in onda dalle 14 alle 24 su Rai Storia (canale 54). "Credo che per uno scrittore sarebbe meglio occuparsi delle sue cose. Se mi chiedesse un parere sul Covid non saprei cosa dirle se non le cose di buon senso, che mi sono vaccinato, che farò la terza dose. Non credo che abbia nessun interesse pubblico. Non ho nessun rimpianto nei confronti di epoche in cui gli intellettuali avevano un peso specifico maggiore di quanto ne abbiamo noi oggi" spiega lo scrittore. Nella sua 'Domenica con' che si augura sia divertente, vedremo una delle puntate più celebri di Match fatta da Alberto Arbasino che metteva l'un contro l'altro armati Moravia e Sanguineti. "Trovo che quella formula fosse molto divertente, un bel pezzo di televisione, ma non provo nessuna nostalgia per quel mondo" spiega. Nel percorso che ha disegnato, in cui autobiografia e divertimento si mescolano, ci sono un po' tutti i suoi temi, le sue suggestioni. E la puntata non poteva che aprirsi con Marcel Proust e il documentario del 1966 di Attilio Bertolucci 'Alla ricerca di Marcel Proust'.
    "Proust è il protagonista ufficiale ma quello che mi interessa di più è il protagonista ufficioso: Attilio Bertolucci il poeta, non che il padre del cineasta Bernardo. Per Proust aveva un'autentica ossessione. Il documentario breve, ma bellissimo ha delle autentiche chicche come le interviste a Paul Morand e a Celeste Alabaret, la domestica che seguiva Marcel, morta qualche anno dopo" racconta lo scrittore e francesista, grande fan e lettore di Proust.
   

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