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Con Sky in sala tormento e estasi di Michelangelo

Con Sky in sala tormento e estasi di Michelangelo

Una settimana al cinema poi in tv film con Lo Verso e Marescotti

ROMA, 27 settembre 2018, 11:42

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Silvia Lambertucci) "La malinconia è la mia allegrezza" scriveva il grande Michelangelo in uno di quei suoi versi bellissimi e struggenti che sembrano anticipare Baudelaire. E proprio intorno alla disperazione creativa del genio fiorentino, al tormento e all'estasi nei confronti del suo lavoro, prima ancora che alla narrazione della vita e del contesto storico della sua avventura umana, è costruito il film con il quale Sky, in collaborazione con i Musei Vaticani, lo presenta dal 27 settembre al 3 ottobre al grande pubblico. Un'intera settimana in sala, distribuito dalla Lucky Red in 300 copie, per poi approdare in tv dal 2019.
    Diretto da Emanuele Imbucci con Enrico Lo Verso e Ivano Marescotti nei panni rispettivamente di Michelangelo e Vasari, volti e voci narranti nel viaggio alla scoperta dei capolavori di una vita, dal Tondo Doni al gigantesco David, dalla Pietà alla Cappella Sistina, Michelangelo - L'infinito è un prodotto "in tutto e per tutto pensato per il cinema", chiarisce Cosetta Lagani che per il gruppo di Murdoch dirige la sezione film d'arte e che in questo caso ha scritto il soggetto assumendone la direzione artistica.
    Di fatto l'ultimo nato di un progetto lanciato cinque anni fa con diversi titoli di successo, sempre dedicati al patrimonio d'arte, dalla collezione dei Musei Vaticani (primo titolo ad approdare in sala nel 2014) fino a Caravaggio. L'obiettivo è sempre lo stesso, avvicinare il grande pubblico a un settore "colto" con l'aiuto di riprese in ultra definizione, fotografia spettacolare, musica martellante, luci straordinarie, un racconto sempre emotivamente coinvolgente.
    I numeri, fa notare Lagani, hanno premiato lo sforzo: gli spettatori sono aumentati del 600% in quattro anni. E ora ci si aspetta sempre di più, tanto da prolungare per la prima volta la programmazione in sala dai due, tre giorni degli esordi all'intera settimana.
    "Si entra nel racconto delle opere con gli occhi di Michelangelo e di Vasari", apprezza per il Vaticano don Dario Viganò, assessore della segreteria per la comunicazione, anche i monologhi affidati ai due personaggi in scena, sottolinea, sono "un adattamento fedelissimo" dei loro scritti. D'accordo con lui la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, che qualche giorno fa ha presentato un'anteprima 'in loco', citando proprio Il Tormento e l'estasi, il romanzo che Irving Stone dedicò alla vita di Michelangelo, poi diventato un kolossal con Charlton Heston nei panni dello scultore. "Ancora bellissimo il libro, molto datato il film - commenta - mentre il Michelangelo - L'Infinito è un film d'arte dei nostri tempi, fatto per i millennials ma apprezzabile da tutti noi, anche per il grande lavoro di tecnologia e le incredibili sequenze di ricostruzione degli affreschi". Tant'è, lo stesso sentimento viene sottolineato dal consulente scientifico del film Vincenzo Farinella, che ha guidato la mano dell'artista romano chiamato a riprodurre a favore delle telecamere anche la Madonna del Perugino cancellata dalla Sistina per fare spazio al Giudizio Universale.
    Ambientato nei luoghi simbolo, a partire dalle scenografiche cave di Carrara, il film racconta la produzione di Michelangelo e il suo anelito di perfezione, accennando alle committenze sempre più importanti che dalla Firenze dei Medici lo portarono alla corte dei Papi, l'ammirazione del suo tempo e le invidie dei colleghi, i progetti realizzati e quelli incompiuti, gli anni della vecchiaia con la nevrosi creativa portata al limite e l'accanimento sul tema della Pietà. "Un uomo di una complessità meravigliosa, sempre alla ricerca della perfezione", sintetizza Lo Verso raccontando l'emozione nell'affrontare la sfida del ruolo. Un film che "è anch'esso un'opera d'arte", sottolinea appassionato accanto a lui Marescotti, perfetto nel suo ruolo di Vasari. La chiave, fa notare l'attore, è nel senso di stupore.
    Un sentimento che è impossibile ignorare soprattutto nel lungo piano sequenza dedicato alla volta della Sistina, che oltre a indagare con l'occhio di una ripresa super ravvicinata lo splendore dei corpi e dei volti nati dalla mano del Buonarroti, riesce nella sfida di ricostruire (documenti vaticani alla mano) il volto quattrocentesco dell'iconica cappella: quella volta blu notte trapunta di stelle che la rivoluzione michelangiolesca, nella sua meraviglia, ha cancellato per sempre.
   

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