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Ayanta Barilli, i segreti della famiglia

Ayanta Barilli, i segreti della famiglia

4 generazioni di donne in romanzo finalista a Premio Planeta

ROMA, 11 giugno 2019, 16:18

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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AYANTA BARILLI, UN MARE VIOLA SCURO (DEA PLANETA, PP 400, EURO 17,00). Il fascino di guardare indietro, il coraggio di aprire cassetti e vecchi scatoloni, di ritrovare diari e lettere impolverati dal tempo che in fondo raccontano chi sei. Ayanta Barilli ha affrontato il desiderio ma anche la paura di indagare nei segreti familiari e dare voce ai silenzi che regnano in tutte le famiglie nel suo primo romanzo 'Un mare viola scuro', a cui è stato assegnato in Spagna il Premio Planeta finalista 2018, che è un riconoscimento al secondo vincitore. Il libro esce l'11 giugno in Italia per DeA Planeta nella traduzione di Francesca Cristoffanini con la stessa Ayanta Barilli, sarà presentato il 17 giugno alla Casa delle Letterature di Roma.
    E' la storia vera di una stravagante famiglia di artisti e intellettuali e di quattro generazioni di donne, quella della bisnonna Elvira, della nonna Angela, della madre Caterina e di Ayanta. Una storia di donne che hanno dovuto combattere contro pregiudizi e costrizioni, tre figure femminili accomunate dall'aver scelto sempre uomini sbagliati e dall'essere state colpite dal cancro al seno di cui è morta la mamma di Ayanta quando lei aveva 9 anni e di cui la scrittrice ha scelto di portare il cognome, Barilli.
    "Non mi interessa il presente e neppure il futuro. Mi interessa il passato perchè lo puoi raccontare. Sono sempre stata ossessionata dalla memoria, dal fermare le cose e sottrarle dall'oblio. Nel passato di tutti noi c'è un mondo intero da scoprire e tenere presente per vivere più sereni" dice all'ANSA Ayanta che vive in Spagna, a Madrid, da 30 anni, ma in questi giorni è in Italia, dove è nata. Ci riceve nell'antica villetta di famiglia, a Monteverde Nuovo a Roma, dove viveva all'ultimo piano con la madre e poi con la nonna e dove ora c'è la zia Carlotta. Un santuario della memoria pieno di quadri e foto di una famiglia d'artisti, da Bruno Barilli a Milena Pavlovic Barilli al cugino Leone, tra le persone a cui è dedicato il libro. "La palazzina la comprò con grandi sforzi nonna Angela. Era una casa dalle porte aperte ma solo ad artisti, scrittori e intellettuali e ospitò anche esuli antifranchisti" racconta Ayanta, figlia dello scrittore spagnolo Fernando Sanchez Dragò, due volte vincitore del Premio Planeta, sia quello principale che il secondo come finalista, che la madre Caterina aveva conosciuto proprio nel salotto di sua nonna. Con lui era partita negli anni '60 verso l'Asia per poi tornare a Roma da sola quando era incinta di Ayanta e trovare più tardi un altro compagno con una figlia, Sandra. "Quando mia madre è morta non ci credevo, aspettavo che tornasse. Ad un certo punto però ho capito che non sarebbe stato così e ho cominciato a scrivere un diario, a fare disegni, per non dimenticare. Di mia nonna ho registrato su cassette il racconto della sua vita. Lei stessa aveva scritto un libro e lo aveva stampato da sola" spiega Ayanta, 50 anni, madre di Caterina e Mario, che è giornalista ed è stata anche attrice.
    Proprio con la morte - quando Ayanta aveva 30 anni - di nonna Angela, figura determinante in questa storia, si apre il romanzo. "Le storie e i nomi sono reali, ma è tutto romanzato.
    Ho usato tutto quello che per me era emotivamente scomodo ma non volevo che nessuno della famiglia si risentisse. Ho iniziato dall'ultimo capitolo" sottolinea la scrittrice. "A nonna Angela piaceva il racconto e dunque inventava, ricamava i fatti. Ho fatto un po' la stessa cosa" dice l'autrice che quando ha cominciato a fare ricerche è rimasta sorpresa da alcune scoperte. "Non sapevo la storia della mia bisnonna Elvira che era stata rinchiusa al manicomio di Colorno e ho voluto vederlo.
    A farla internare era stato il marito Evaristo, ribattezzato Belzebù dalle donne di famiglia. Bastavano due testimoni che dicessero che una donna era matta per farla entrare in manicomio. Spesso finivano lì donne che uscivano dall'ordine sociale, che erano intellettuali. Quella di Elvira è la storia di una donna a cui hanno tolto la voce" dice Ayanta. Tra le carte "i diari di mia madre, le sue poesie, scritti pubblicati su 'Nuovi Argomenti' e disegni" racconta l'autrice di questo romanzo autobiografico. "E' un genere che va molto in questo momento e a me interessa perchè c'e' verità e profondità. Non scrivo per le donne, scrivo per tutti" ci tiene a dire Ayanta che ha il dono del sorriso.
   

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