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Jole Zanetti e i difetti di famiglia

Jole Zanetti e i difetti di famiglia

ragazzo alla ricerca di sé segnato dalla sparizione della madre

ROMA, 29 marzo 2020, 12:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Paolo Petroni JOLE ZANETTI, ''DIFETTI DI FAMIGLIA'' (GARZANTI, pp. 106 - 18,00 euro).
    Dopo la Lena di 'Muri' ecco il Lorenzo di 'Difetti di famiglia', due ragazzi narrati da Jole Zanetti al suo quinto libro, profondamente, drammaticamente segnati dal rapporto con i genitori e che dovranno compiere un percorso di rivelazioni e dolore per capire e ritrovare se stessi. Per la scrittrice triestina, sin dalla sua prima prova narrativa, 'Lacune', la possibilità di salvezza nella vita di ognuno è sempre qualcosa che costa caro perché deve metter a nudo le radici, spesso nere, comunque contorte, dei legami famigliari.
    ''La mamma, quando aveva circa la mia età, aveva condotto una vita che non doveva essere stata semplice, come avevo sempre creduto''. E a questa scoperta Lorenzo si rattrista e assieme si arrabbia per l'impotenza retroattiva di non poterle stare vicino e darle il suo affetto, visto che gli era stato detto che era scomparsa, forse suicida anche se il suo corpo non era stato più ritrovato, quando lui era poco più che un bambino, lasciandolo solo col padre. Ma scopriamo che questo cercar di sapere, di scoprire il passato per arrivare a comprendere quel che è accaduto, di scoperta in scoperta si rivela una discesa agli inferi mentre la sua esistenza diventa sempre più difficile, anche se meno solitaria, e si tinge di noir.
    In realtà il noir per questa scrittrice è sempre all'interno dei nuclei famigliari, dove gli amori sbagliati, i disamori, o gli amori eccessivi creano situazioni estreme che facilmente possono sfociare in dramma, vero, concreto, o anche solo di condanna esistenziale. Qui si chiama, con una parola oggi purtroppo divenuta comune, femminicidio, come il lettore scopre presto, mentre Lorenzo ci arriverà dopo un percorso appunto impegnativo, duro, di messa in gioco di se stesso sino a un ritrovarsi e per certi versi perdersi assieme, perché certe cose segnano i tuoi comportamenti per sempre.
    La madre era una donna insoddisfatta, prigioniera del proprio ruolo e legata un marito privo di veri sentimenti e cui ''non passava nemmeno per l'anticamera del cervello che lei potesse avere tempi e desideri diversi dai suoi''. E quando la moglie non ci sarà più, proprio perché la uccide senza considerare un attimo che potesse essere altra da come lui la immagina, aggrappato ai suoi fantasmi monolitici di uomo tragicamente insicuro, il figlio lo lasci crescere ai suoi genitori e va a trovarlo di rado ''con un certo disagio''.
    Lorenzo passa anni di ''solitudine e abbandono'' sino al momento in cui ''la sicurezza e la tenerezza non esistevano più'', poiché ''tutto era stato stravolto, non avevo più nulla, solo desolazione gelo nel cuore: mamma scomparsa, papà ostile, nonno morto e nonna fuori di testa''. E' allora che torna nei luoghi poveri dell'infanzia e alla ricerca dell'amico del cuore di allora, per scoprire che tutto è cambiato e trovarsi coinvolto in una realtà drammatica più grande di lui, ma con la parvenza di relazioni affettive.
    Un breve romanzo impietoso ma che ha in questa presa di distanza il suo pregio, dovuto a quella scrittura scarna, mai retorica, che racconta, che riferisce senza nulla aggiungere propria di questa autrice, che mai aggiunge parole a quelle essenziali, facendo rivelare gli stati d'animo dai fatti e mutandoli così naturalmente, intrinsecamente in denuncia di quanto possano essere malati certi rapporti famigliari e di come lascino segni indelebili.
   

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