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Ecco ZapSib, il 'tempio' della plastica russa

Ecco ZapSib, il 'tempio' della plastica russa

Nuovo stabilimento Sibur, produrrà 2 mln di tonnellate l'anno

TOBOLSK, 09 gennaio 2019, 09:34

Mattia Bernardo Bagnoli

ANSACheck

L 'impianto ZapSib di Sibur - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'impianto ZapSib di Sibur - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'impianto ZapSib di Sibur - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Ho amici che girano il mondo, di hotel in hotel, ma a me piace immergermi nella cultura locale: sono qui da tre anni". Thomas Hoff parla l'inglese fluido - con le sue belle 'r' inconfondibilmente germaniche - di chi gestisce progetti annegati di zeri dopo la prima cifra. E' il rappresentante di Linde qui a Tobolsk, in Siberia. Il colosso ingegneristico tedesco si occupa della "supervisione" della costruzione di 'ZapSib', il nuovo mega-stabilimento della Sibur, gigante petrolchimico russo in grande ascesa. Praticamente una città fatta di tubi che a breve inonderà il mondo con 2 milioni di tonnellate fra polipropene e politene. Cioè plastica.

All'esterno degli uffici prefabbricati in cui lavora Hoff il termometro segna -10 (giornata abbastanza calda da queste parti, considerato il periodo) e gli operai continuano a lavorare senza sosta. Il cantiere è stato suddiviso in tre lotti e a ognuno di questi corrispondono altrettanti 'villaggi' - cinese, russo e turco - in base alla nazionalità della ditta appaltatrice: un crogiolo di volti, lingue, cartelli, cucine e abitudini. Non stupisce dunque che questa sia "una delle sfide più complesse" mai realizzate da Linde. Sibur ha investito la bellezza di 9 miliardi di dollari nel progetto 'ZapSib' e a maggio 2019 i lavori dovrebbero essere ultimati - dopo soli quattro anni dalla posa della prima pietra. Un risultato che in molti, all'inizio dell'avventura, avevano giudicato "impossibile". Eppure eccoci qui. D'altronde l'azionista di maggioranza della compagnia (col 48,5%) è Leonid Mikhelson, amministratore delegato, presidente e principale azionista di Novatek, la prima compagnia russa (privata) d'estrazione e lavorazione del gas. Ovvero chi ha ideato e portato a termine l'impianto di liquefazione Yamal Lng nel mezzo dei ghiacci dell'artico siberiano, trasformando la Russia dalla sera alla mattina in un player importante nella partita globale del gas liquefatto. Un oligarca senz'altro illuminato.

"Yamal è stato un cantiere ciclopico ma qui, per certi versi, tecnologicamente è ancora più complicato", spiega Jean-Mathieu Hartmann della TechnipFMC, coinvolta in entrambi i progetti. "Qui - dice - abbiamo a che fare con quattro treni disegnati per produrre polimeri di diversa densità e il tutto è stato adattato agli stringenti standard russi, differenti da quelli occidentali, nonché alle proibitive condizioni climatiche: l'impianto è certificato per lavorare anche a -50 gradi". Insomma, un miracolo russo ma con il grande sostegno europeo, dato che oltre a Linde e TechnipFMC vi è anche lo zampino della britannica Ineos, che ha fornito molta tecnologia di base.

Persino l'Italia è fra i partner, poiché tra le banche finanziatrici c'è l'Unicredit - attraverso la sussidiaria austriaca - mentre Maire Tecnimont ha realizzato l'impianto di deidrogenazione del propano nel vicino stabilimento 'storico' di Tobolsk, aiutando così Sibur a lanciare l'odierna strategia di espansione. "E' stato un grande traguardo", ha commentato l'ad di Maire Tecnimont Pierroberto Folgiero. "Abbiamo messo il know-how tecnologico italiano al servizio di Sibur, il più grande player petrolchimico della Russia, che è uno dei nostri mercati storici". Quel che colpisce di Sibur, al di là dei solidi dati finanziari presentati dalla compagnia, è il business model ideato per sostenerne la crescita: una rete di migliaia di chilometri di condotte in tutta la Siberia centrale per raccogliere i materiali di scarto dell'industria estrattiva russa del gas e del petrolio, superflui per produrre carburanti e metano ma essenziali per creare la plastica. Win-win, dunque.

Strategia che, unita alla posizione di 'ZapSib', in perfetta equidistanza fra il mercato europeo e quello cinese, permette a Sibur di guardare al futuro con ottimismo e pianificare quella che potrebbe (presto) diventare una delle più importanti Ipo della storia russa, se non persino europea. "Noi siamo pronti", confida all'ANSA Sergey Komyshan, direttore esecutivo della compagnia. "Il via libera ora è nelle mani degli azionisti". Ma le voci parlano già del primo trimestre del 2019 come l'ora X e la borsa di Mosca come il principale punto di approdo - e forse persino Londra o Hong Kong.

--->In una versione precedente dell'articolo Mikhelson è stato definito come "sanzionato" quando invece è Novatek ad essere inclusa nella lista delle sazioni Usa. Ci scusiamo per l'errore.

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