Gli smart contracts e la blockchain
rappresentano "un'opportunità", ma "è eccessivo pensare che
qualsiasi contratto si possa trasformare in smart contract". E'
quanto sostiene l'avvocato Carlo Grignani, partner dello studio
legale Nctm, dove oggi si è tenuto un incontro focalizzato sulla
blockchain alla luce delle regole sulla protezione dei dati
personali introdotte dal Gdpr.
L'Italia è "in una fase embrionale" con delle proposte di
modifica al decreto semplificazioni, approvato lo scorso ottobre
dal consiglio dei Ministri, che introduce norme sul profilo
giuridico dei dati conservati in blockchain, osserva Grignani,
aggiungendo che queste "hanno il pregio di affermare la validità
dello smart contract equiparandolo a un tradizionale contratto
in forma scritta". Ma, "a fronte dei loro vantaggi, gli smart
contracts presentano per loro natura una elevata rigidità sia in
fase di scritturache di auto-esecuzione (ad esempio in termini
di irreversibilità dell'esecuzione medesima) che parrebbe
limitarne oggi l'utilizzo a contratti con un contenuto molto
standardizzato", spiega l'avvocato, aggiungendo che i settori
che si prestano di più alla sua applicazione sono quello
assicurativo, bancario e il mondo finanziario più in generale.
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