Ripercussioni negative sugli
investimenti da parte del venture capital verso le nuove
startup, accanto a una contrazione del volume delle transazioni
con un calo dei profitti. E' l'impatto dell'emergenza Covid-19
che si prospetta sul fintech italiano, che tuttavia potrebbe
beneficiare di un'accelerazione nell'utilizzo di servizi
digitali finanziari e di partnership, a fronte del cambiamento
"forzato" delle relazioni che sta coinvolgendo anche banche,
assicurazioni e clienti. E' lo scenario a luci e ombre che
emerge dal rapporto Fintech 2020 in Italia realizzato da Pwc,
secondo cui, il settore "è in ritardo ma si muove con una
elevata dinamicità riducendo progressivamente il gap con lo
scenario globale".
Nell'analisi di quest'anno salgono a 278 le aziende censite
(49 in più rispetto all'edizione precedente) e cresce il
fatturato complessivo del comparto che ha raggiunto 373 milioni
di euro nel 2018 (+40% annuo). In crescita anche le scaleup,
ovvero le aziende con 1 milione o più di fatturato, che oggi
sono 37 contro le 28 dello scorso anno. Gli investimenti invece
nel 2019 si sono ridotti a 154 milioni dai 197 milioni del 2018
e manca ancora un livello di redditività adeguato. In compenso,
aumentano i segmenti di business coinvolti, come l'ingresso del
Real estate, di soluzioni di investimento in criptovalute e di
trading specializzato per gli Npl (Non performing loan). "Mai
come ora il contributo delle aziende fintech, in termini di
accelerazione dell'innovazione digitale alle aziende finanziarie
tradizionali, può diventare un elemento strategico", sostiene
Roberto Lorini, FinTech Leader, PwC Italia, che prevede "un
consolidamento del settore in alcuni ambiti e una maggiore
rilevanza delle piattaforme di integrazione di servizi in grado
di coinvolgere più player, tradizionali e non"
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