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Responsabilità editoriale di Advisor
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L’industria del risparmio gestito in Italia a seguito dell’entrata in vigore della nuova normativa MiFID 2 su un orizzonte temporale di 3-5 anni potrebbe vedere crescere il suo fatturato totale, esattamente come è accaduto in UK nell'ultimo quadriennio che ha fatto seguito all'entrata in vigore nel 2013 della normativa RDR (Retail Distribution Review), molto simile alla MiFID 2. È quanto emerge da un recente studio di Excellence Consulting, nell'ambito del quale sono per la prima volta stati analizzati gli effetti economici diretti ed indiretti della nuova normativa.
L'analisi si basa su uno scenario che prevede sia effetti negativi in termini di maggiori costi di compliance normativa e di minori ricavi dovuti alla trasparenza sui costi dei prodotti e servizi finanziari e al conseguente aumento della concorrenza da parte delle piattaforme di robo-advisory, sia effetti positivi in termini di ricerca da parte degli attori del sistema (banche, asset manager e consulenti finanziari) di nuove fonti di ricavo, quali ad esempio sviluppo di nuovi prodotti, della consulenza finanziaria a pagamento, della consulenza per i clienti retail e della consulenza sul patrimonio immobiliare. Gli esperti della società di consulenza spiegano che "l'effetto combinato di tutti questi elementi disegnerà su un orizzonte di medio termine un’industria molto diversa da quella che conosciamo, ma anche più efficiente ed efficace nel rispondere alle esigenze dei clienti, con conseguenti maggiori ricavi per ciascun anno stimati in circa 3,5 miliardi di euro".
"La MiFID 2 avrà un forte impatto su tutta l’industria del risparmio gestito: asset manager, banche e consulenti. Le ricerche che abbiamo visto finora si sono focalizzate sul quantificare i soli impatti diretti della normativa, i quali inevitabilmente si traducono in maggiori costi di adeguamento e rischio di minori ricavi. Noi abbiamo voluto tuttavia quantificare anche gli effetti indiretti, dovuti alle probabili strategie di reazione degli operatori della filiera del risparmio gestito" sottolinea Maurizio Primanni (nella foto), ceo di Excellence Consulting. In dettaglio, considerando l'esperienza nel Regno Unito post RDR, i costi di adeguamento alla normativa potrebbero ridurre gli utili per gli operatori del 10-12%. Sul fronte dei ricavi, inoltre, lo studio ipotizza un calo del 10-15% sul prezzo medio dei principali prodotti di investimento (fondi e gestioni) distribuiti in Italia, che però potrebbero essere compensati da maggiori entrate provenienti da nuovi prodotti "caratterizzati da amplificatori di performance che li rendono particolarmente attraenti per quei clienti capaci di sopportare profili di rischio più estremi".
È il caso di prodotti alternativi (hedge fund, private equity, real estate, infrastrutture) destinati a clienti private, che oggi sono distribuiti marginalmente in Italia ai soli clienti istituzionali e che potrebbero generare per il sistema dai 400 ai 600 milioni di maggiori ricavi per anno. Quanto alla consulenza a pagamento, il sistema del risparmio gestito potrebbe ottenere nuovi significativi ricavi, che a regime lo studio stima attorno a 4,5 - 5 miliardi di euro per anno. Anche le prospettive per la consulenza sul patrimonio immobiliare sono rosee: da 800 milioni a 1 miliardo di euro di maggiori ricavi annui.
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