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Responsabilità editoriale di Advisor
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I versamenti periodici di un Pacriducono drasticamente l’impatto sul portafoglio dalla volatilità dei mercati, cancellando i bias cognitivi dell’investitore e ledecisioni sbagliate in termini di market timing. Il panic selling che si scatena nelle crisi cristallizza perdite certe e fa mancare in media la metà del potenziale guadagno che si avrebbe restando investiti a un anno di distanza. A tal proposito, Paolo Paschetta, country head Italia di Pictet Asset Management, dimostra che l’investimento graduale protegge dai crolli e consente di intercettare quasi per intero i rialzi.
"La crisi che abbiamo iniziato ad attraversare è senza precedenti nell’era contemporanea e il crollo violento e concentrato di tutti i listini azionari nelle ultime due settimane è la testimonianza più evidente di questo sentimento e del conseguente panic selling. È fuga dagli attivi percepiti come rischiosi perché gli investitori stanno rispondendo al più comune tra i bias cognitivi della finanza comportamentale, ovvero l’avversione alla perdita: la motivazione a evitare una perdita è due volte più potente della motivazione a realizzare un guadagno secondo la teoria dei premi Nobel Daniel Kahneman e Amos Tversky. Questo bias cognitivo impedisce, da un lato, di vedere gli attuali ribassi come opportunità di ingresso e, dall’altro, fa scappare quelli che sono già investiti, di fatto, escludendoli dai potenziali rialzi successivi (molto probabili) e, dunque, da occasioni di guadagno anche importanti".
"Soprattutto in un contesto di elevata volatilità come quello attuale, la tempistica con cui si effettua un investimento può avere un impatto significativo sui risultati conseguiti, come ci insegna il passato. Spalmare il proprio investimento nel tempo riduce il rischio di incappare in un punto di ingresso sfavorevole. A tal proposito, i benefici di un Pac rispetto a un investimento in un’unica soluzione (Pic) sono maggiori per i piani partiti durante fasi di correzione dei mercati. Ipotizzando, per esempio, un Pac partito il primo gennaio del 2008, alla vigilia del fallimento di Lehman Brothers, questo avrebbe permesso di limitare le perdite dovute al calo subito dai mercati nel corso dell’anno, senza rinunciare a beneficiare del successivo rimbalzo delle Borse. Nello scenario attuale, il principale beneficio dell’investimento tramite Pac rispetto all’investimento in un’unica soluzione è quello di ridurre la volatilità. Mediare i punti di ingresso, infatti, fa sì che in media i Pac presentino una volatilità dimezzata rispetto ai Pic".
"I Pac consentono quindi di rendere più rigoroso l’approccio agli investimenti perché si basano su versamenti periodici, con un orizzonte temporale determinato. A intervalli regolari, l'investitore incrementa la cifra affidata in gestione, rimuovendo in tal modo il timing che, come abbiamo visto, è uno degli elementi più rischiosi e difficili da gestire. Ultimo, ma non meno importante, si tratta di strumenti estremamente flessibili e adattabili alle diverse esigenze di chi investe. Nati per i piccoli patrimoni, si adattano anche a investitori Hnwi (High net worth individual). Inoltre, da una parte sono ideali per aiutare i più giovani a costruire un patrimonio nel tempo, mettendo da parte anche piccoli importi mensili per un periodo di tempo prolungato (fino a 15 anni e oltre). E all’estremo opposto, oggi ancor più di prima, sono indicati anche per chi possiede ingente liquidità da investire, ma non si fida dell’andamento volatile dei mercati e predispone quindi piani magari di durata più corta (anche pochi mesi), ma per versamenti periodici più sostanziosi".
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