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Responsabilità editoriale di Advisor
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Per fronteggiare la pandemia di coronavirus e le sue ricadute economiche, banche centrali e governi di tutto il mondo hanno messo sul tavolo una quantità di denaro mai vista prima. Negli Stati Uniti si è arrivati addirittura a regalare soldi direttamente ai cittadini, trasformando in realtà l’helicopter money teorizzato da Milton Friedman. Con due importanti conseguenze: un forte indebitamento degli Stati e il ritorno della mano pubblica nell’economia. Ma ce n’è anche un terzo, purtroppo: le disuguaglianze. Il mondo dopo il Covid-19 sarà ancora più polarizzato tra pochi che hanno molto e molti che hanno poco. Si tratta di un trend iniziato negli anni Settanta-Ottanta, soprattutto negli Stati Uniti, dove tra il 1975 e il 2012 ben il 47% del reddito prodotto dalla crescita economica è finito in tasca ad appena l’1% della popolazione. L’allargamento della forbice tra ricchi e poveri ha registrato un nuovo impulso dopo la crisi del 2008 ed è destinato a crescere ancora proprio per la pandemia di coronavirus.
«A beneficiare infatti delle misure di politica monetaria saranno soprattutto le persone già abbienti - spiega Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA IM - con la parziale eccezione dell’Europa, dove c’è una maggior redistribuzione della ricchezza. Negli Stati Uniti per esempio parte degli aiuti è finita alle compagnie aeree, le stesse che l’anno scorso avevano fatto ricorso ai buyback (ovvero al riacquisto di azioni proprie, meccanismo che “gonfia” il valore in Borsa delle società) per aumentare la loro leva finanziaria: per questo oggi si ritrovano senza liquidità, ma la ottengono facilmente a spese dei contribuenti».
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