Il fallimento di QUI!Group "è solo
la punta di un iceberg" di un sistema dei buoni pasto che costa
a bar e ristoranti almeno 500 milioni di euro all'anno, "è fuori
controllo e deve essere rifondato". E' quanto affermano
congiuntamente da Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi,
Fiepet-Confesercenti, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Fida - Federazione
Italiana Dettaglianti Alimentari e Federdistribuzione in una
comunicazione ufficiale al vicepremier e ministro del Lavoro e
dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, a cui chiedono un
tavolo di confronto con le associazioni per arrivare a nuove
regole.
Il nuovo sistema, per le associazioni, dovrebbe garantire
alcune condizioni a partire dalla fine dell'affidamento
attraverso gare di appalto che riducono il valore nominale del
buono pasto lungo tutta la filiera. Inoltre viene chiesto un
tetto massimo alle commissioni agli esercenti, che ha ormai
sfondato, in alcuni casi, la soglia del 20%; un rating di
affidabilità per le società emettitrici; un fondo di garanzia
per la tutela dei pagamenti alle imprese convenzionate;
contratti chiari e trasparenti tra emettitori ed esercizi
convenzionati e un Pos unico per assicurare il vero sviluppo del
buono pasto elettronico.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA