"Aumento della competitività e una
riorganizzazione della governance con processi più trasparenti".
Sono i principali vantaggi della quotazione di minibond
riscontrati dall'azienda marchigiana Terre Cortesi Moncaro, che
nel 2015 ha emesso un prestito obbligazionario da 5 milioni di
euro, con scadenza nel 2020, sul segmento ExtraMot Pro di Borsa
Italiana. A spiegarlo è il presidente della società
cooperativa, Doriano Marchetti, che guarda al nuovo segmento
ExtraMot Pro3, lanciato quest'anno e dedicato prevalentemente
alle emissioni di obbligazioni o titoli di debito da parte di
società non quotate su mercati regolamentati. La scelta
dell'azienda di emettere un minibond stata dettata dal bisogno
di reperire forme di finanziamento alternative al credito
bancario che "stava vivendo un momento di criticità nella nostra
Regione", spiega Marchetti, sottolineando che l'azienda veniva
"da un processo di crescita significativo, in quanto, eravamo
reduci da una ristrutturazione dei siti produttivi fatta a
seguito della fusione con altre cantine della regione". Questo
"aveva comportato degli investimenti importanti e, in
concomitanza con una situazione di crisi del settore bancario,
dovevamo cercare forme alternative di finanziamento, quindi, ci
siamo avvicinati a questo segmento alternativo che ci ha
consentito di riequilibrare anche la nostra struttura
finanziaria". Fondata nel 1946, Terre Cortesi Moncaro è oggi il
più grande produttore di vino delle Marche, con più di 1.400
ettari di vigneti, le tre cantine di Montecarotto (An),
Acquaviva Picena (Ap), Camerano (An) e un fatturato di circa 24
milioni di euro all'anno, la metà circa realizzata all'estero.
Moncaro, inoltre, utilizza "energia rinnovabile per oltre la
metà della sua domanda, grazie a uno sforzo quotidiano in
innovazione e ricerca", spiega l'azienda vinicola, che nel 1980
è stata la prima a sperimentare la coltivazione biologica
dell'uva.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA