In Italia "le aree classificate a
maggior rischio sismico coprono ben l'85% della superficie
nazionale (quasi 260.000 metri quadri) e interessano il 70% dei
comuni (circa 5.800)"; in queste aree, "vive l'80% della
popolazione (47 milioni di persone), per un totale di 19 milioni
di famiglie e si trovano circa 11 milioni di edifici, pari ai
tre quarti dell'intero stock immobiliare del Paese". E' quanto
risulta dai dati diffusi in occasione dell'iniziativa di Ance,
Legambiente, Oice, Federcostruzioni, Anaci, Ordini nazionali
degli ingegneri, dei geologi, degli architetti e dei geometri e
da Ingegneria sismica italiana per la presentazione della
campagna sull' ecosimabonus.
L'Ance, in collaborazione con l'Oice, ha stimato, a livello
nazionale, un costo riferibile ad opere strutturali di
miglioramento sismico su edilizia residenziale di circa 105
miliardi di euro. Il costo per gli interventi di
riqualificazione energetica potenzialmente attivabili
sull'involucro edilizio del patrimonio immobiliare italiano
sono, invece, stimabili in circa 33,5 miliardi".
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