Il mercato italiano del private
equity e venture capital nel primo semestre del 2021 ha
registrato una raccolta complessiva (sul mercato e captive, cioè
proveniente dalla casa madre) pari a 2.827 milioni, in aumento
del 194% rispetto allo stesso periodo del 2020, grazie ad alcuni
closing di dimensioni significative. Secondo l'analisi condotta
da AIFI, in collaborazione con PwC Deals le fonti principali
della raccolta sono state fondi pensione e casse di previdenza
(35%), banche (16%) e settore pubblico (10%). Il 95% dei
capitali è provenuto da investitori domestici, mentre con
riferimento al target di investimento, si prevede di investire
il 42% dei capitali in infrastrutture e il 41% in buyout.
"La ripresa dell'economia vede anche il contributo del private
equity che con la crescita degli investimenti e delle
operazioni, soprattutto di expansion, dimostra quanto sia
importante il ruolo svolto dagli investitori anche in questo
delicato momento", afferma Innocenzo Cipolletta, presidente di
AIFI. "Serve però un'azione maggiore per attrarre capitali
italiani e internazionali che moltiplichino così le opportunità
per le nostre aziende".
L'ammontare investito è stato pari a 4,5 miliardi di euro, in
crescita del 142% rispetto agli 1,9 miliardi del primo semestre
del 2020 e dell'81% sullo stesso semestre del 2019, precedente
la pandemia. Il numero di operazioni si è attestato a 253, in
crescita del 102% e del 52% rispettivamente sui primi sei mesi
dell'anno scorso e del 2019.
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