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di Laura De Santi
ANSA MagazineaMag #70
Simbolo del sud Mediterraneo

L'avventuroso viaggio dei datteri

Si dice che siano il frutto piu' antico dell'umanità: sono citati nella Bibbia e nel Corano, dove vengono offerti anche a Maria come ristoro dopo il parto

Si dice che siano il frutto piu' antico dell' umanita' ma, dalle nostre parti, i datteri fanno la loro comparsa nei supermercati soltanto in questo periodo, quando inspiegabilmente, o quasi, diventano immancabili sulle tavole imbandite per il Natale. Citati in Bibbia e Corano, dove vengono offerti anche a Maria come ristoro dopo il parto (Corano, Surat XIX, Maryam), da secoli scandiscono il ritmo delle tradizioni nella sponda sud del Mediterraneo. Alla base di decine di varianti di piatti e ipercalorici dolcetti, vengono utilizzati anche come rimedi naturali contro il raffreddore e la bronchite, per abbassare il colesterolo, aumentare la virilita' o prevenire i tumori. Nessun Tuareg affronterebbe il Sahara senza averne con se' una scorta, mentre i nuovi nomadi spesso si accontentano di portarne qualcuno in tasca prima di solcare il mare. Siamo andati a conoscere Ahmed che raccoglie i datteri nell'oasi algerina di Biskra da quando ha dieci anni. Non si e' arricchito, come non si e' arricchita l'Algeria, di certo non con la fenicicoltura. Tra i primi produttori al mondo con i suoi 18 milioni di palme, e' agli ultimi posti nella classifica dei paesi esportatori, dietro anche a Francia e Inghilterra. Questione di infrastrutture certo, ma anche di speculazioni e contrabbando che rendono il viaggio del dattero meno lineare e piu' avventuroso di quanto si possa immaginare.

Dalla pianta al mercato

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Sospesi a 30 metri di altezza

La raccolta dei datteri

Ci vogliono mani e piedi esperti per potersi arrampicare in pochi secondi in cima ad una palma. Su in alto, fino a 30 metri dal suolo. La raccolta dei datteri si fa ancora cosi': con una semplice corda passata intorno alla vita, ed un falcetto, utile per arpionarsi al tronco dell' albero e tagliare il ramo carico di tamer. Tamer, come viene chiamato in arabo il dattero, letteralmente e non a caso 'il frutto', protagonista indiscusso delle tavole del Ramadan, con il quale tradizionalmente si rompe il digiuno, citato in decine di hadit e versetti coranici, segno di benvenuto offerto insieme ad un bicchiere di latte per accogliere le spose novelle. Ahmed ha sempre lavorato nei palmeti. Ha scalato la sua prima palma a dieci anni, per gioco, ma da allora non si perde una raccolta, quest' anno arrivata nella regione di Biskra, a Tolga, 500 km a sud di Algeri, tra ottobre e novembre. '' A volte resto sospeso per ore, dopo una giornata di lavoro i miei piedi sanguinano'', racconta il ragazzo,'' ma non posso farne a meno. I datteri e, nel resto dell' anno, gli ortaggi che piantiamo sotto il palmeto fanno vivere la mia famiglia''. E sono molte le famiglie che a Biskra vivono di fenicicoltura. Nell'oasi alle porte del Sahara sono stati raccolti nel 2014 oltre 4 milioni di quintali di datteri, di cui oltre 2,5 di quintali della varieta' piu' pregiata, i Deglet Nour, " datteri di luce". Quando raggiungono la maturazione fanno brillare il palmeto punteggiato di grappoli che possono pesare anche 15 kg ciascuno. Oltre ai Deglet Nour, nella regione vengono coltivate numerose varieta' di datteri, come i Ghars, utilizzati nella pasticceria, i Deglet beida, seccati e trasformati in farina, o i Tafezouin, consumati soltanto freschi. Una vera fortuna per la regione e per tutta l' Algeria che con i suoi 18 milioni di palme e' uno dei primi produttori al mondo di datteri, insieme a paesi come Egitto, Arabia Saudita, Iran.


Corano, Surat XIX, Maryam- Maria

"I dolori del parto la condussero presso il tronco di una palma. Diceva: "Me disgraziata! Fossi morta prima di ciò e fossi già del tutto dimenticata!". Fu chiamata da sotto: "Non ti affliggere, ché certo il tuo Signore ha posto un ruscello ai tuoi piedi; scuoti il tronco della palma: lascerà cadere su di te datteri freschi e maturi. Mangia, bevi e rinfrancati". 


Tra cielo e terra


Il caviale del Nord Africa

La raccolta dei datteri

Una fortuna, in realta', ancora tutta da costruire visto che quello che gli algerini chiamano 'il caviale nazionale' viene esportato in minima parte. Secondo i dati ufficiali, soltanto il 3% della produzione sbarca sul mercato internazionale. Durante il Ramadan, quando il consumo raggiunge il suo apice, scarseggia o raggiunge prezzi inaccessibili anche sul mercato nazionale.

''A Tolga un kilo di datteri viene venduto a 80 dinari circa (65 centesimi)'', spiega Abdelssam, proprietario di un piccolo deposito alle porte del palmeto, "ma gia' ad Algeri puo' raggiungere durante il mese sacro anche i 500/600 dinari ''. Da anni il governo algerino tenta di fare della coltivazione della Phoenix Dactylifera, la palma da dattero, uno dei settori trainanti dell'economia, ancora dominata dall'esportazione di idrocarburi. Ad oggi, le innumerevoli iniziative annunciate non hanno portato a nulla, ''esistono ancora enormi problemi legati alla conservazione e al trasporto, i datteri marciscono nei nostri depositi'', spiegano al Centro di ricerca sulle zone aride.

Ma tra i fellah, i contadini, di Biskra si racconta un'altra storia. ''Ogni anno, quintali di Deglet Nour vengono fatti passare di contrabbando in Tunisia '', insiste Abdelssam, ''finiscono sul mercato di Jemna, da dove vengono poi confezionati'' e fatti entrare in Europa come Deglet Nour di origine tunisina. Un sequestro record e' stato realizzato quest'anno anche a Maghnia, lungo la frontiera con il Marocco, dove la polizia doganale ha scoperto piu' di 13 quintali di datteri destinati al contrabbando. Raro, anzi quasi impossibile, trovare nei supermercati italiani datteri made in Algeria. Una perdita enorme per le casse del paese maghrebino che dissanguato dall'inesorabile discesa del prezzo degli idrocarburi sta tentando di correre ai ripari. Pochi mesi fa e' stata annunciata la creazione di un consorzio formato dalle 12 regioni algerine produttrici di datteri che si dedichera' esclusivamente all'esportazione del frutto, mentre il ministero dell'agricoltura sta tentando di far riconoscere a livello internazionale la denominazione 'Deglet Nour'.

Anche l'Italia fara' la sua parte, un accordo di partenariato e' stato siglato in giugno tra la societa' di Padova, Sovimp, e l'algerina Sarl Amenta di Biskra. Al centro dell' accordo, la creazione di un'unita' per la trasformazione dei datteri e la produzione industriale dei suoi derivati come zucchero liquido, marmellata, miele e succhi.

La prima in Algeria. Un mercato in piena espansione vista anche la crescente attenzione della medicina naturale verso questo prodotto. Si dice che basti mangiare un dattero ogni 5 ore per poter sopravvivere, ma non sono soltanto le sue qualita' energetiche, 100 gr contengono fino a 300 calorie, a renderlo cosi ' speciale. Prezioso per gli atleti, consigliato durante gravidanza e allattamento, viene utilizzato tradizionalmente per preparare infusi antinfiammatori contro raffreddori e bronchiti. Un vero e proprio alimento curativo ricco di fibre, utili contro la stipsi, minerali come potassio, magnesio, fosforo, calcio e sodio, ma anche di vitamine, principalmente A e del gruppo B, un toccasana per il colesterolo. Davvero un peccato mangiarne solo a Natale.


La raccolta dei datteri

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