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di Domenico Palesse
ANSA MagazineaMag #23
Il cinema in tempo di crisi

Cinecittà, rilancio possibile

Gli Studi di via Tuscolana provano a ripartire puntando su nuove partnership e televisione. E il governo pensa ad un grande Museo del Cinema nei teatri cari a Fellini

Un museo, mostre permanenti, visite guidate, un parco a tema, nuove produzioni e allestimenti. Cinecittà prova a rilanciarsi e lo fa intraprendendo una strada tanto tortuosa quanto innovativa, con sperimentazioni e progetti che mai avevano coinvolto quella che per anni è stata la "Fabbrica dei sogni" ma che da anni stenta ad andare avanti per ragioni e dinamiche diverse, dovute in gran parte ad una produzione cinematografica oggi più che mai lontana dall'industria che ne fu colonna portante negli anni '50.

Nel giardino all'ingresso, la grande testa della Venusia che prova ad emergere da terra dà il benvenuto a ospiti e visitatori. La fece costruire Federico Fellini per il suo Casanova ed è oggi l'immagine simbolo degli studi. Proprio come nel film del maestro - nel quale la statua prima spunta dall'acqua ma poi precipita inaspettatamente negli abissi -, dopo i fasti della cosiddetta "Hollywood sul Tevere", Cinecittà negli ultimi anni ha conosciuto tempi bui, con ripercussioni su lavoratori e strutture, in alcuni casi lasciate ancora all'abbandono. Oggi, grazie anche all'intervento del governo con incentivi fiscali per le grandi produzioni internazionali e al rinnovato interesse del piccolo schermo nei confronti degli studi a est di Roma, è il momento di cambiare, di voltare pagina. Di riportare fuori dall'acqua la statua della Venusia. E di questo i vertici degli Studios ne sono quanto mai coscienti, dando vita ad iniziative indirizzate non solo agli addetti ai lavori, ma agli stessi spettatori, rinnovando dal vivo il patto stretto sul grande schermo, grazie a registi, attori e tecnici che hanno reso grande Cinecittà.

Cinecittà, i protagonisti sul set

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Addio alla produzione industriale

Il vero ostacolo nella competitività degli studi di Cinecittà è rappresentato non solo dalla concorrenza internazionale - con strutture che offrono migliori agevolazioni fiscali - ma anche dalla scomparsa in Italia della produzione industriale di film con una svolta decisamente più autoriale. "Proprio all'apertura degli studi - ricorda l'amministratore delegato di Cinecittà Studios, Giuseppe Basso -, tra il 1939 e il 1940 furono realizzati, solo all'interno dei nostri teatri di posa, 66 film, con produzioni che spesso si accavallavano tra di loro. Basti pensare a quante commedie sono state prodotte nel Dopoguerra, tra l'altro in gran parte girate nei teatri di posa, con scenografie. Forse l'ultimo esempio di produzione industriale cinematografica italiana è rappresentato dagli spaghetti western. Oggi i sistemi produttivi sono cambiati e gli studi servono un po' di meno". Dei 20 teatri di posa che costituiscono Cinecittà, infatti, sono pochi quelli in uso. Molti sono peraltro destinati a produzioni di programmi televisivi, che negli anni hanno di fatto sostituito il cinema, almeno quantitativamente, negli studi romani. "Dal 1997, anno della privatizzazione, si è aperto un po' di più lo scenario al mondo della televisione - ricorda Basso - che richiede un'occupazione costante e lunga degli spazi, compresi uffici e camerini". Un'opportunità di "fare cassa" e riuscire dunque a competere con gli studi internazionali. Un idillio che si è però incrinato nei primi anni 2000, con le cosiddette ""Runaway Production", produzioni a caccia di incentivi fiscali nel mondo. "Negli ultimi anni abbiamo sentito forte questo tipo di concorrenza - sottolinea l'ad - da parte di Paesi che hanno sistemi di incentivazione ed attrazione molto importanti".


Ad Cinecitta': in Italia manca produzione industriale


I tour sui set che hanno fatto la storia

Sono ormai centinaia di migliaia le persone che da tre anni affollano le strutture di via Tuscolana. Cinefili, curiosi, ma anche tante famiglie e bambini seguono ogni giorno le visite guidate degli studi di Cinecittà, passando accanto ai teatri di posa storici, come il 5, il preferito di Federico Fellini. La Broadway di Gangs of New York, creata dallo scenografo premio Oscar Dante Ferretti, è oggi pressoché irriconoscibile. Il set voluto da Martin Scorsese per il suo film del 2002 è stato negli anni smantellato e riadattato per nuove produzioni cinematografiche o spot pubblicitari. Attraversando quello che è stato il degradato quartiere dei Five Points, luogo dei violenti scontri tra le bande di Danile Day-Lewis e Leonardo DiCaprio, si passa alla mastodontica riproduzione della Roma antica. Il set, che si estende per due ettari, è stato realizzato per l'omonima serie televisiva americana e riproduce fedelmente la città ai tempi di Giulio Cesare, dal Foro romano alle abitazioni e alle botteghe degli artigiani. In occasione delle visite guidate, viene allestito un set con tanto di attori e comparse agli ordini di un finto regista, con tanto di sciarpa, cappello e cagnolino. Tra un ciak e l'altro, si ha la possibilità di comprendere quale lavoro accompagna le riprese e la lavorazione di un film. Al termine del breve percorso nel piccolo excursus sul cinema italiano, si ha la possibilità di visitare le diverse mostre allestite negli studi e conoscere così la storia e i personaggi che in quei teatri di posa hanno lavorato per anni.

E presto tornerà a calcare il set di Cinecittà anche Dante Ferretti, al quale è stato affidato il compito di ricreare Clerville, la città dove sarà ambientata la serie televisiva, firmata Sky, dedicata al celebre personaggio dei fumetti Diabolik definita "la più grande produzione tv italiana di sempre" che impiegherà in Italia circa 3.000 persone per un budget di 20-22 milioni di euro. "E' Bellissimo avere la possibilità di creare un intero mondo immaginario, farlo su un grande classico del disegno italiano e farlo interamente a Cinecittà", il commento del premio Oscar.


Ad Cinecitta': presto partnership con Rai


Vertigini cinematografiche a Cinecittà World

Ma la vera novità che accompagna il rinnovamento della "Fabbrica dei sogni" è l'apertura del parco a tema, che sorge a pochi chilometri da Roma, nella zona di Castel Romano. Si chiama Cinecittà World e porta la firma di Dante Ferretti, autore tra l'altro delle scenografie di Hugo Cabret o di The Aviator. Nelle scenografie da Oscar ci sono attrazioni ad alta tecnologia, ottovolanti reali e virtuali, spettacoli acquatici e spazi dedicati agli effetti speciali del cinema. Il Parco sarà "un luogo che accoglie il visitatore trasportandolo nell'immaginario del cinema. Ci saranno set cinematografici in cui non solo divertirsi, ma in cui si sarà coinvolti attivamente e dove ognuno potrà essere chiunque: regista, attore, tecnico delle luci. Non mancheranno le attrazioni (alcune uniche al mondo) e gli spettacoli, ma il punto di forza di Cinecittà World sarà l'atmosfera che si vivrà all'interno della struttura, il fantastico mondo del fare cinema".

Scenografie, set e allestimenti fanno da cornice al parco divertimenti, con montagne russe a prova di vertigini che attraverseranno vecchi saloon o ripide cascate. Il Tempio di Moloch, simbolo del film Cabiria, fa da ingresso al parco su un tappeto rosso fatto di pellicola e fotogrammi. La strada principale riporta alla luce il maestoso set di Gangs of New York e accompagna i visitatori attraverso ristoranti e attrazioni, come il "Super splash" e la "Torre di caduta" allestita sul dorso di un elefante gigante. Non mancano sale cinematografiche e duelli all'ultimo sangue nel far west, mentre da una gigantesca navicella spaziale ci si può "imbarcare" per il roller-coaster. Insomma, una girandola di emozioni per grandi e piccoli. Ma non c'è solo il divertimento nel futuro di Cinecittà che, a breve, ospiterà il museo del cinema, attraverso la sinergia tra Teche Rai, Istituto Luce e la Cineteca Nazionale.


Cinecittà World, il parco a tema sul grande cinema

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Mibac: puntiamo su rilancio Cinecitta'