Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace del 1991, da icona dell'opposizione birmana è diventata la leader di un partito che ha conquistato il 70% dei seggi in parlamento alle ultime elezioni.
E' considerata un simbolo della lotta non violenta per la libertà e la democrazia a fianco del Mahatma Gandhi e di Nelson Mandela. Ha trascorso ben 14 degli ultimi 25 anni tra carcere e arresti domiciliari. Figlia del generale Aung San, l'eroe nazionale che avviò la Birmania verso l'indipendenza dalla Gran Bretagna e fu poi giustiziato dal regime militare, Suu Kyi e'nata il 19 giugno 1945 a Rangoon. Dopo studi all'estero, tornò in Birmania nel 1988, dopo la caduta del primo regime militare. Infiammata da manifestazioni popolari per la democrazia, tenne un comizio davanti a mezzo milione di persone radunate alla pagoda Shwedogan. La nuova giunta militare indisse elezioni legislative per il 1990 ma nel 1989 mise agli arresti domiciliari lei, la leader della Lega Nazionale per la Democrazia (Nld), che guidava l'opposizione durante la lunga campagna elettorale, e che vinse a valanga le elezioni, con 392 seggi parlamentari su 485. Lo schiacciante successo elettorale rappresentò la fine della libertà per San Suu Kyi, che è rimasta agli arresti domiciliari fino al 1995 e poi di nuovo privata della libertà a varie riprese tra il 2000 e il 2010.
Nel novembre 2010 fu liberata definitivamente, grazie al mutato clima politico in Birmania, dove la giunta militare cedette gradualmente il potere a un governo civile in un processo di democratizzazione, che valse al Paese anche l'apertura da parte dell'Occidente dopo decenni di isolamento politico, e la fine del regime di sanzioni. Nel 2012 in un'elezione suppletiva ha ottenuto un posto nel parlamenti birmano. Nelle elezioni dell'8 novembre 2015 il partito di Aung San Suu Kyi ottiene oltre il 70% dei voti.