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Repubblica Ceca sceglie Babis, il populista 'tycoon dell'est'

Repubblica Ceca sceglie Babis, il populista 'tycoon dell'est'

Vince elezioni, secondi euroscettici xenofobi. Flop sinistra

21 ottobre 2017, 20:56

Redazione ANSA

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Andrej Babis © ANSA/EPA

Andrej Babis © ANSA/EPA
Andrej Babis © ANSA/EPA

Le elezioni parlamentari nella Repubblica Ceca sono finite con il trionfo assoluto di Andrej Babis, il magnate populista leader del movimento Ano 2011, che si è affermato con un grande distacco dagli altri otto partiti entrati in Parlamento. In una tornata elettorale che segna la totale debacle per i socialdemocratici, che potrebbero uscire dal governo per l'opposizione, lanciando un nuovo flop della sinistra europea. Volano, piazzandosi al secondo posto, i populisti di un partito anti-islam ed euroscettico. Babis, controverso imprenditore messo alla porta dal governo uscente per le accuse di frode che lo hanno travolto mentre occupava il dicastero alle finanze, è affidabile per il 30% dei cechi e adesso può diventare premier. E' contro i migranti islamici, contro l'adozione dell'euro, contro il diktat di Bruxelles. Come il capo di Stato, Milos Zeman. E lo stesso Zeman ha più volte dichiarato di voler dargli la possibilità di formare il governo "anche se fosse stato in carcere" "Ringraziamo tutti gli 1,5 milioni di elettori che ci hanno dato la chance di formare il governo, nonostante la campagna diffamatoria di due anni. È favoloso, abbiamo vinto in tutte le regioni", ha affermato il magnate. "Siamo un movimento democratico, siamo filoeuropei. Voglio combattere a Bruxelles in favore degli interessi nazionali cechi", ha rassicurato, sottolineando di voler formare un esecutivi che dia stabilità al paese in tempi brevi.

In politica nel 2011, con la fondazione dell'Azione dei cittadini scontenti, alle elezioni parlamentari nel 2013 è arrivato secondo, ed è entrato nella coalizione governativa con il Cssd e il Kdu-Csl. Dal 2014 al 2017 Babis è stato vicepremier e ministro delle finanze. A febbraio 2017 i deputati sono riusciti a far passare - nonostante il veto del presidente - la normativa sul conflitto di interessi, la cosiddetta Lex Babis, per garantire l'imparzialità dei politici, ma il magnate aveva già rimediato, intestando le sue proprietà a fondi fiduciari. A maggio scorso Babis è stato sollevato dalle cariche governative dal premier, in seguito a operazioni finanziarie fraudolenti ed è stato travolto dallo scandalo su tentativi di influenzare i suoi media mentre ad agosto è arrivata l'accusa di frode sui finanziamenti Ue.

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