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Gran Bretagna: fotografare sotto le gonne sarà reato, ma deputato insorge

Carcere per upskirting, ma il via libera alla legge slitta a luglio

 Giro di vite in vista contro guardoni e molestatori virtuali nel Regno Unito. Anche se per ora basta l'ostruzionismo di un singolo deputato a intralciare il passo. In ballo c'è una proposta di legge - invocata da una compagna promossa mesi fa sul web - che mira a sanzionare alla stregua di una specifico reato penale, al pari di qualunque abuso sessuale, il cosiddetto upskirting: vale a dire la pratica voyeuristica di fare di nascosto foto o video sotto la gonna di donne inconsapevoli, in genere con un telefonino.

La nuova legge, sposata giusto oggi dal governo Tory di Theresa May, potrà comportare fino a due anni di carcere per i colpevoli dei casi più gravi e recidivi. Esattamente secondo quanto accade già in Scozia, dove questo comportamento è da tempo configurato come illegale sulla base d'una norma locale. "L'upskirting è un'odiosa invasione nell'intimità che provoca un senso di umiliazione e disagio nelle vittime", ha detto Lucy Frazer, sottosegretario alla Giustizia, nell'annunciare il sostegno dell'esecutivo prima di una dibattito ad hoc alla Camera dei Comuni. Dibattito che sembrava doversi chiudere in giornata, secondo la procedura sprint prevista in situazioni di unanimità, se non fosse stato per l'obiezione sollevata ad alta voce da un singolo deputato, il conservatore sir Christopher Chope. Sir Christopher ha fatto un richiamo alle procedure standard, appellandosi al regolamento sulla base delle secolari consuetudini parlamentari di Westminster, sufficiente a imporre ipso facto il ripristino dell'iter ordinario. Almeno con una seconda lettura. Di fatto un puntiglio tecnico old fashion, salvo voler fare dietrologia, ma che ha comunque suscitato un mezzo putiferio. All'inatteso "object!" di Chope, si sono contrapposte grida di "vergogna" ("shame!") alzatesi contro di lui da diverse deputate donne dei banchi dell'opposizione, oltre che del suo stesso partito e perfino del governo (in prima fila la sottosegretaria Victoria Aktins). Seguite dalla richiesta di calendarizzare a tamburo battente la seconda - si spera definitiva - lettura il 6 luglio.

A lanciare la campagna per estendere a livello nazionale la legislazione contro gli 'sbirciatori' era stata in questi mesi l'attivista 25enne Gina Martin, presa di mira in prima persona durante un affollato festival musicale londinese, a Hyde Park, l'estate scorsa. Ne era nata una petizione online tradotta poi in progetto di legge dalla deputata libdem Wera Hobhouse, con il consenso di organizzazioni femministe, esperte ed esponenti del mondo accademico e della società civile. "Sono ovviamente molto delusa che sir Christopher abbia deciso di obiettare su una legge d'importanza vitale per le donne d'Inghilterra e Galles", ha commentato stasera a caldo Gina. Aggiungendo tuttavia di aver già chiesto e ottenuto udienza dal medesimo Chope, d'essere fiduciosa "nell'impegno garantito da Lucy Frazer" a nome del governo e di "rimanere ottimista" sull'approvazione finale di una norma "sostenuta con passione da tante donne dietro di me". L'upskirting pare del resto una piaga emergente in Gran Bretagna: fra i non pochi casi di cronaca recenti spicca quello di un imprenditore, Andrew Macrae, nel cui computer la polizia ha scovato un 'archivio' di ben 50.000 immagini rubate.

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